La Formula 1 su Twitter: l’okay della McLaren, le perplessità della Ferrari
lunedì 20 giugno 2011 · Media
tempo di lettura: 2 minuti
In Canada la FOTA ha incontrato gli appassionati. Si è parlato soprattutto dei nuovi canali per veicolare il prodotto. Perché, come dice Adam Parr, “il modo in cui il pubblico consuma la Formula 1 cambierà nei prossimi anni”. E la novità passa attraverso la diffusione dei social network.
“Io – spiega Parr – non uso Twitter e non sono su Facebook. Ma è una questione personale, mentre so benissimo che ci sono compagnie che li sfruttano a fondo. Ignorarli sarebbe stupido”. Parecchi piloti già twittano a raffica, soprattutto nel corso del week-end tra una sessione e l’altra. Non tutte le squadre l’approvano, ma secondo la McLaren si tratta di trovare la misura giusta. L’ha spiegato John Allert dell’ufficio stampa:
A differenza del calcio noi abbiamo tutta una serie di informazioni riservate che se vengono disperse possono portare vantaggi agli avversari. Su quello che scrivono su Twitter, i nostri piloti hanno totale autonomia. Certe volte anche troppa, ma è la magia di questo mezzo di comunicazione. È tutto reale. Quello che leggete sui profili di Hamilton e Button lo scrivono loro stessi, con le loro dita. Ci sono gli errori di ortografia che lo dimostrano.
La McLaren un equilibrio l’ha trovato. Le altre squadre no. Con gli effetti collaterali di Twitter si è scottata la Red Bull per colpa di Neel Jani che prima della Spagna ha svelato un po’ troppi dettagli sui test privati.
Di grane ne ha avute anche la Ferrari nel 2010 quando Chris Dyer attraverso Twitter si era scusato per la strategia di Abu Dhabi. Stefano Domenicali invece pretendeva che le colpe venissero ripartite, per cui Maranello – per la prima volta nell’anno – sostenne che quell’account fosse falso. Oggi Luca Colajanni ribadisce la posizione della Scuderia:
I social network e internet presentano un bel problema: l’anonimato. Spesso ho a che fare con voci diffuse da siti web che non citano le fonti. È successo con un sito olandese che parlava di Briatore in procinto di arrivare alla Ferrari. Sono cose impossibili da controllare e quindi a volte bisogna prendere decisioni impopolari. A differenza della McLaren noi non vogliamo che i nostri piloti usino Twitter perché non vogliamo che scrivano cose che possono essere male interpretate.
In pratica nel rispetto delle linee guida del Cavallino, tutte le informazioni che escono dal box devono essere sottoposte al vaglio dell’ufficio stampa. Significa che i fan per il momento possono scordarsi Alonso e Massa su Twitter.