Professione fotografo… in Formula 1: cinque domande a Drew Gibson

sabato 6 agosto 2011 · Esclusive
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Uno degli ultimi a entrare nel giro, professionista dal 2005, si occupa principalmente di GP2 e GP3, ma un occhio in Formula 1 lo butta volentieri. Nel suo carnet anche tutta una serie di reportage fotografici che gli sono valsi la collaborazione con Autocourse, GQ, the Telegraph, the Sun, the Metro, Aston Martin Racing, Powerboat P1 e McLaren.

F1WEB: Da quando ha cominciato a lavorare in Formula 1, com’è cambiato l’approccio dei media?

Drew Gibson: Sono professionista solo da 5 anni, quindi la velocità e la richiesta di immagini non è cambiata molto da quando ho iniziato.

F1WEB: Un week-end di gara comincia il giovedì e finisce domenica sera. Qual è il momento migliore per scattare una foto?

DG: Le foto che preferisco in un week-end di gara sono spesso quelle con un tocco artistico scattate durante le prove oppure durante le qualifiche. Io cerco sempre delle inquadrature sul finire della giornata, quando la luce del sole è più debole.

F1WEB: Quante foto avrà scattato finora in carriera?

DG: Faccio centinaia di foto in un week-end di gara. Molte vanno direttamente ai clienti, ma circa 300 vengono caricate sul sito della LAT (una delle maggiori compagnie fotografiche al mondo, ndr).

F1WEB: Si è mai perso una foto che avrebbe voluto scattare?

DG: No, non proprio. Ci sono sempre delle foto che certe volte può capitare di perdersi, ma fa parte della natura di uno sport che è comunque imprevedibile.

F1WEB: Qual è la foto che ama di più?

DG: Una delle mie preferite l’ho scattata a una sessione di test, c’è Alonso che salta il cordolo della seconda chicane di Monza. Quello è uno dei punti che amo di più su qualunque pista del mondo. Le ruote che si sollevano rendono sempre speciale una foto.