Professione fotografo… in Formula 1: cinque domande a Paul-Henri Cahier
giovedì 16 giugno 2011 · Esclusive
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È cresciuto “con il suono dei motori nelle orecchie – si legge sul suo sito – e la puzza di olio Castrol nel naso”. Il virus delle corse gliel’ha trasmesso il papà che faceva il fotoreporter. Lui però ha tutto un altro stile perché “va a cercare sempre l’approccio artistico”. È uno che mette poesia nelle foto. E anche nelle risposte…
F1WEB: Da quando ha cominciato a lavorare in Formula 1, com’è cambiato l’approccio dei media?
Paul-Henri Cahier: Fino al 2003 ho usato pellicole Kodachrome che dovevano essere spedite a Losanna per essere processate e che mi venivano restituite via corriere dopo ogni corsa. Era lento e costoso. Ma la Kodachrome era magica… Adesso con la tecnologia digitale è tutto “istantaneo”, ma devo lavorare duramente e velocemente dopo ogni gara perché è una lotta sulla velocità. Adesso la qualità digitale è fantastica ed è grandioso poter processare in autonomia il proprio lavoro al proprio laboratorio, il Photoshop lab.
F1WEB: Un week-end di gara comincia il giovedì e finisce domenica sera. Qual è il momento migliore per scattare una foto?
PHC: Il momento migliore, il più magico, è quello della griglia di partenza perché le corse diventano corse un’altra volta e la gente sulla griglia, con le tute e i caschi, è la stessa di cinquant’anni fa. L’intensità è la stessa, il dolce profumo del pericolo è lo stesso, la tensione è la stessa.
F1WEB: Quante foto avrà scattato finora in carriera?
PHC: Diciamo mezzo milione…
F1WEB: Si è mai perso una foto che avrebbe voluto scattare?
PHC: Me ne sono perse tante. Ma bisogna essere soddisfatti di quello che uno fa. C’è una componente di destino, di fato. E dobbiamo accettarla.
F1WEB: Qual è la foto che ama di più?
PHC: È come chiedere quale dei tuoi figli ami di più. È difficile. Impossibile? Ma ho sempre pensato di essermi trovato al posto giusto nel momento giusto quando ho scattato la foto di Prost e Lauda a Brands Hatch nel 1984. Una foto magica, unica. Che non potrà mai ripetersi.
(C’era stato l’incidente di Palmer e la gara era stata fermata. Prost e Lauda erano in testa, furono i primi a raggiungere la griglia e fermarsi. Scesero dalle auto prima che arrivassero gli altri. Cahier stava attraversando la pista, prese la macchina fotografica e scattò l’ultima foto del rullino, ndr.)