Red Bull ha violato il tetto di spesa. Mosley: “Vogliono l’ok dagli altri”
giovedì 6 gennaio 2011 · Politica
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Il sasso l’ha lanciato Max Mosley nell’intervista su Auto Motor und Sport: “La Red Bull all’ultimo meeting della FOTA ha chiesto una deroga al patto RRA. Se è vero può significare solamente che hanno speso più del consentito e adesso vogliono l’ok delle altre squadre. Sono curioso di vedere quale sarà la reazione”.
Il patto RRA di Resource Restriction Agreement disciplina la riduzione delle spese e la limitazione delle risorse, in termini di uomini e capitali. Non è un accordo vincolante: è più un gentlemen’s agreement fra i team manager, un po’ com’era stato quello del 2005 sulla regolamentazione dei test che la Ferrari per tutto l’anno aveva comunque disatteso.
“Il protocollo RRA – va avanti Mosley – ha un impatto minimo ed è questo il motivo per cui le squadre l’hanno accettato”. Già a fine settembre la FOTA aveva dovuto ridefinirne i termini per alleggerire qualche divieto e per formalizzarne altri, dopo il sospetto che qualcuno stesse traendo vantaggio dalle zone grigie.
È Red Bull l’indiziata principale perché si avvale delle strutture di Red Bull Technology che non sono direttamente soggette ai vincoli della FIA e della FOTA e che la Spyker già contestò nel 2007 perché consentivano alla Toro Rosso di aggirare il divieto della cessione dei telai.
La segreteria della FOTA non commenta. E Mosley affonda il coltello: “L’unica cosa che poteva funzionare era il budget-cap (quello che lui aveva proposto nel 2009, ndr). Avere un budget più grande è come avere un motore più grande. Mettiamo il caso che le squadre abbiano deciso di limitare il numero dei dipendenti, diciamo a 100. Se giro per il paddock con un sacco di soldi posso prendermi i 100 dipendenti migliori. Quindi contro le squadre ricche non c’è chance”.