Monte-Carlo, il rebus del bilanciamento: più veloci senza traction control
mercoledì 28 maggio 2008 · Tecnica
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Dovevano alzarsi i tempi di percorrenza dopo la standardizzazione dell’elettronica e l’eliminazione dell’antispin e invece sembra che certe volte si vada anche più forte che in passato. A Monaco, sabato pomeriggio, nel Q2 che si affronta a serbatoi scarichi, il miglior tempo era quello di Felipe Massa, 1:15.110 contro 1:15.431 di Alonso nella stessa sessione l’anno scorso.
La sintesi migliore l’ha fatta Lewis Hamilton: “In certe curve il controllo di trazione ci aiutava, altrove ci penalizzava. Ma se i tempi sul giro non sono aumentati il merito è dello sviluppo delle macchine, dell’aerodinamica e della meccanica”.
La realtà tecnica non è banale. Ross Brawn dice: “Sembra che dopo l’abolizione del controllo di trazione la vita delle gomme posteriori sia più lunga, perché quando c’era l’elettronica si arrivava sempre al limite della trazione che potevano reggere i battistrada. Adesso la cosa è diversa. Però direi che è stata l’evoluzione a compensare l’abolizione degli aiuti elettronici”.
E poi quello di Monaco è sempre un week-end anomalo: “All’inizio – spiega Geoff Willis – l’asfalto è sporco, poco gommato. Per esempio noi (alla Red Bull, ndr) giovedì soffrivamo di sottosterzo per il graining delle anteriori. Poi quando comincia a depositarsi la gomma, i pneumatici posteriori sono i primi che ne traggono beneficio”. E in un certo senso spingono di più la macchina che è sbilanciata dietro e soffre di sovrasterzo.
“Però – aggiunge Willis –man mano che la gommatura aumenta, allora anche le anteriori recuperano il grip e così l’equilibrio si sposta un’altra volta davanti”.