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Che frittata, le Ferrari squalificate a Shanghai. Ecco perché i dubbi dell’Australia diventano certezze

domenica 23 marzo 2025 · Regolamenti
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La gara della Ferrari a Shanghai si mette male alla prima curva, dove Leclerc perde la bandella sinistra dell’ala anteriore in un contatto con Hamilton: “Senza quell’episodio – sostiene – si poteva vincere”. È tutto da dimostrare, anzi per la verità i numeri dicono altro. A ogni modo, è un rimpianto vano, perché tanto entrambe le Ferrari vengono bocciate alle verifiche tecniche e squalificate.

Per Leclerc, l’infrazione è sul peso minimo, 800 chili da quest’anno, a serbatoi vuoti: alla Ferrari numero 16 manca un chilo, c’entra con ogni probabilità il cambio di strategia in corsa, da due soste a una sosta sola, motivo per cui l’usura delle gomme ha portato via peso in modo imprevisto. Non a caso, la stessa sorte è toccata a Gasly che ha fatto 46 giri con un solo treno di gomme, lo stint più lungo della giornata.

È successo quindi esattamente quello che era capitato alla Mercedes con Russell a Spa l’anno scorso. Non c’entra, invece, la bandella che è volata per aria alla prima curva, perché comunque pesa solo 200 grammi, l’ha verificato la Fia con l’ala di riserva. Insomma, non ha scuse la Ferrari.

Con Hamilton, l’infrazione invece è sull’usura dello scivolo sul fondo, che ha uno spessore nominale di 10 millimetri e non deve consumarsi più del 10 per cento, per cui al traguardo bisogna trovare almeno 9 millimetri. Ai controlli, rispetto alla soglia risultano 0.4 millimetri in meno in due punti, 0.5 in un terzo.

E qui la mente va all’Australia, dove la Ferrari venerdì era un fulmine e sabato si è sgonfiata, pare a seguito di una modifica precauzionale che ha sollevato l’auto sacrificando la prestazione perché atrimenti l’usura del fondo avrebbe raggiunto livelli da squalifica. Era una voce di corridoio, a questo punto non più.

L’ultima squalifica di una rossa risaliva ad Austin 2023, anche lì per usura del fondo. E anche lì vennero squalificati insieme Leclerc e Hamilton, che all’epoca era alla Mercedes. Ma la coincidenza più sorprendente e indicativa è un’altra: pure quello era stato un fine settimana con gara sprint, in cui si entra in parco chiuso dopo una sola sessione di prove libere e il programma è talmente compresso che il rischio di steccare gli assetti è pericolosamente alto.

In Cina finisce con una doppia squalifica che complessivamente costa 18 punti. E non era mai capitata a Maranello in 75 anni di Formula 1. Ma – come dice il libro dei proverbi falsi – c’è una prima volta per tutto.

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