
Passaporti esotici, numeri di gara e passioni segrete: ecco una curiosità per ogni pilota di Formula 1
mercoledì 12 marzo 2025 · Dal paddock
tempo di lettura: 5 minuti
Dall’asteroide per Alonso al numero fortunato di Hamilton, dall’altezza di Tsunoda ai gelati di Leclerc, passando per gli hobby di Doohan e Ocon, una curiosità (o più di una) per ciascuno dei piloti al via del mondiale.
Alex Albon #23. È appena il secondo con passaporto tailandese, prima di lui solo il principe Bira del Siam che gareggiava negli anni Cinquanta; è stato compagno di squadra di Leclerc nel 2016 in Formula 3 all’Art, l’ha battuto per 4 vittorie a 3, ma Leclerc con gli altri piazzamenti ha vinto il titolo.
Fernando Alonso #14. È l’unico pilota della storia al quale è stato dedicato… un asteroide: è un corpo della fascia principale tra le orbite di Marte e Giove, il nome ufficiale nel database dell’Unione Astronomica Internazionale è 73533 Alonso.
Kimi Antonelli #12. Doveva chiamarsi semplicemente Andrea, ma il papà cercava un nome straniero. Un amico pensò a Raikkonen. Quando si dice che il destino è scritto nel nome.
Oliver Bearman #87. Per entrare nell’Academy della Ferrari ha lasciato la scuola a 16 anni: “Mamma non era d’accordo”. Più propenso, il papà. Che è fondatore e direttore finanziario di Aventum Group, una compagnia di assicurazione.
Gabriel Bortoleto #5. È nato a San Paolo, ma non è mai stato a Rio de Janeiro. In compenso, è andato diverse volte a Mykonos, a giudicare dalla timeline del suo profilo Instagram.
Jack Doohan #7. Dopo il debutto in Formula 1 – al posto di Ocon ad Abu Dhabi l’anno scorso – aveva dolore ai pollici: “Non me li sentivo più”. È bravino a disegnare, il suo piatto preferito sono le penne al pomodoro.
Pierre Gasly #10. Corre con il numero 10 per almeno due motivi: primo, perché era il numero con il quale si è aggiudicato la Formula Renault europea nel 2013; secondo, perché era il numero storico di Zidane, del quale è stato un fan da ragazzino.
Isack Hadjar #6. Nel 2012, quando ha disputato la prima gara in kart, ha subito vinto. Eppure, l’automobilismo sportivo non è un affare di famiglia, perché nel suo albero genealogico ci sono prevalentemente medici e fisici.
Lewis Hamilton #44. Da quando la Fia ha approvato la personalizzazione dei numeri di iscrizione nel 2013, corre sempre con il 44 perché la targa della Chevrolet Cavalier rossa del papà iniziava con quel numero, “che poi è diventato il numero fortunato di famiglia”, ha spiegato, e con il quale aveva già corso ai tempi del kart.
Nico Hulkenberg #27. Da quando è cominciata l’era turbo ibrida nel 2014, è l’unico fra i non iridati a correre ancora in Formula 1.
Liam Lawson #30. Prima di sentirlo al telefono, Horner gli ha mandato semplicemente l’emoji delle mani alzate per fargli sapere che il meeting alla Red Bull si era chiuso positivamente e sarebbe stato lui a subentrare a Perez nel 2025.
Charles Leclerc #16. Dall’anno scorso è in commercio la sua la linea di gelati in barattolino, pensata dai fondatori di Grom: sono “creme molto golose, ma in grado di stupire per il ridotto apporto calorico”. Il marchio è Lec.
Lando Norris #4. Suona almeno tre strumenti: chitarra, pianoforte e batteria; per quest’ultima, ha preso anche lezioni da Josh Devine, l’ex batterista degli One Direction. E nel 2022 al Gran Premio di Singapore ha anche fatto il dj.
Esteban Ocon #31. Ha l’hobby delle auto radiocomandate, “che funzionano un po’ come le vere auto da corsa e ogni tanto richiedono manutenzione”. Sono una seconda passione che l’ha tenuto impegnato ai tempi del lockdown.
Oscar Piastri #81. Come suggerisce il cognome, ha evidenti origini italiane, più precisamente toscane: un suo antenato, tale Giovanni Attilio Piastri, emigrò in Australia all’inizio del Novecento, partendo da Licciana Nardi.
George Russell #63. Nel 2020, in Bahrain, quando è dovuto subentrare a Hamilton che aveva il covid, non entrava in macchina, letteralmente: per adeguarsi ai pedali fuori misura ha dovuto mettere delle scarpe più piccole di un numero.
Carlos Sainz #55. Nel 2019 a Silverstone celebra il sesto posto accennando Smooth operator di Sade, che gli è rimasta in testa dopo averla sentita per caso. Da quel giorno, la ripropone in team radio ogni volta che c’è un piazzamento da festeggiare.
Lance Stroll #18. Nel 2016, per il via libera all’annuncio formale dell’ingaggio da parte della Williams, fu necessario aspettare che facesse 18 anni, per una questione di etica e costume: all’epoca la squadra era sponsorizzata da Martini, e non era decoroso che un minorenne fosse indirettamente il testimonial di alcolici.
Yuki Tsunoda #22. È il più basso del gruppo, 159 centimetri. Per la cronaca, Ocon arriva a 186. Ma in Formula 1 essere bassi non è un handicap, anzi: l’altezza limita i movimenti nel cockpit.
Max Verstappen #1. Che sia figlio d’arte da parte di padre lo sanno pure le pietre. Ma anche la mamma, Sophie Kumpen, ha corso in auto e le è capitato di incrociare in pista Button, Fisichella… e perfino un giovane Horner.
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