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Acqua nelle gomme, ma è veramente possibile? L’ultima paranoia contro la McLaren (e non solo)

sabato 2 novembre 2024 · Tecnica
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Il regolamento stabilisce che le gomme vanno gonfiate con aria oppure azoto, ogni altra soluzione è esplicitamente proibita al punto C10.8.3, ma la voce è che qualcuno da diverse gare stia aggiungendo… acqua. Sì, acqua nelle gomme oltre che aria o azoto, allo scopo di raffreddarle e tenere maggiormente sotto controllo consumo e prestazioni.

L’indiscrezione l’ha raccolta Auto Motor und Sport e proviene dalla Red Bull che, sempre secondo la stessa fonte, pare avesse provato senza successo qualcosa del genere in passato, tant’è che sarebbero i suoi vecchi tecnici a essersi portati dietro questa pratica nel passaggio ad altre squadre. Fra cui la McLaren.

È il nuovo capitolo dello scontro tecnico e politico al vertice, dopo il divieto del mini drs e la ridefinizione della norma sulle regolazioni del tea-tray. Non commenta Pirelli, né la Federazione. Del resto, di tutte le paranoie questa è la più colossale, un’accusa costruita sul nulla, perché andrebbe prima di tutto capito come può essere mai immessa l’acqua dentro i pneumatici, che vengono assemblati solo da Pirelli e poi assegnati casualmente alle squadre direttamente in pista.

Come, se non attraverso l’unica via, cioè la valvola di gonfiaggio. Ma questo sarebbe dire che nel box vengono svolte una serie di operazioni non elementari senza dare nell’occhio. Insomma, non è plausibile. Come non è plausibile che l’acqua scompaia senza lasciare traccia quando le gomme vengono restituite a Pirelli.

Perché è pure vero che l’acqua, siccome le gomme lavorano a oltre 100 gradi, nell’arco di uno stint di gara passa allo stato gassoso, ma Pirelli ne troverebbe comunque evidenza ai controlli. Oltre al fatto che l’evaporazione dell’acqua comporta una variazione di umidità con effetto drammatico sulla stabilità della pressione del pneumatico. Che è esattamente il contrario di quello che vorrebbero le squadre, tant’è che la Ferrari nel 2007 per rimediare alle fluttuazioni impiegava l’anidride carbonica o una miscela di idrofluorocarburi, qualcosa che comunque poi venne vietato.

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