Minardi a 25 anni dal debutto: “Altri tempi, ma che entusiasmo”
mercoledì 7 aprile 2010 · Esclusive
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Sottotraccia, con modestia, 25 anni fa Gian Carlo Minardi entrava nella pit-lane di Jacarepagua per il Gran Premio del Brasile, il primo nella storia della squadra che per 21 anni ha portato il suo nome. A F1WEB racconta: “Un giorno memorabile. Il 5 aprile, alle 9:00, con le prove libere iniziava la mia avventura tanto desiderata e tanto attesa in Formula 1”.
Il 18 marzo a Sakhir la nuova Lotus ha cominciato il Mondiale 2010 con uno staff di 68 elementi: “Noi – ricorda Minardi – eravamo in 10, tra meccanici, pilota (uno solo, era Pierluigi Martini, ndr) e i miei due soci, l’ingegner Giacomo Caliri e Piero Mancini, con tanto entusiasmo e la voglia di dimostrare che anche un piccolo costruttore che arrivava dalla Formula 2 poteva fare bene in questo mondo”.
Un mondo che da allora è cambiato tantissimo: “Quelli erano altri tempi. In Cina nel 2005, all’ultimo Gran Premio della Minardi, eravamo 65. Oggi ci sono minimo una ventina di ingegneri attorno alle vetture. Nel 1985 c’era solo Caliri che faceva tutto”.
L’esperienza di Minardi nelle corse è tutta contenuta nel libro di Stefano Pasini (il titolo è Gian Carlo Minardi racconta 35 anni di gare, Edizioni C&C) che ripercorre 35 anni di storia del team, dai primi anni Settanta, prima ancora del debutto in Formula 1, fino al 2005, fra aneddoti, schede, documenti e curiosità.
Per esempio: la Minardi fu la prima squadra al mondo a dotarsi di un servizio di ristorazione. Ovviamente, di cucina tipica romagnola.
“Onestamente – aggiunge Minardi – quando sono partito non credevo che sarebbe durata tanto. E ancora dura, anche se il nome è diverso”.
Dal 2006, sull’insegna della factory a via Spallanzani 21, c’è scritto Toro Rosso: “Ma io sono orgoglioso di avere costruito la base su cui continua l’avventura della scuderia di Faenza”. E se ancora oggi se ne parla, evidentemente Minardi il segno l’ha lasciato.