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Incompleto Irvine (nonostante Schumi): così la Ferrari nel 1999 perdeva un altro titolo all’ultima gara

giovedì 31 ottobre 2024 · Amarcord
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S’è portato avanti sulle trattative, ha pattuito con la dirigenza un bonus di 4 miliardi di lire nel caso vinca il campionato: Eddie Irvine al Gran Premio del Giappone il 31 ottobre del 1999 ha due punti di vantaggio su Mika Hakkinen, il suo destino è in mano a Michael Schumacher che può vincere dalla pole e portargli indirettamente l’iride, dopo avergli generosamente lasciato già la vittoria in Malesia due settimane prima.

Non si è dato la sveglia, Irvine, che in qualifica è solo quinto, un secondo e mezzo dietro il crono stratosferico di Michelone. Il quale allora, velenoso, appunta: “Già l’anno scorso su questo circuito gli ho dato quasi due secondi al giro. Mi chiedo se subisca la pressione per il titolo o se questi siano proprio i suoi limiti”.

È tesissima questa vigilia di Suzuka, la Ferrari nella notte fra venerdì e sabato ha dovuto ricostruire l’auto di Irvine che ha sbattuto al tornante nelle prove. Ma si tiene botta, perlomeno si finge: “Siamo al terzo spareggio in tre anni – annota Claudio Berro, dell’ufficio stampa – e si lavora con più freddezza. A Jerez (nel 1997, contro Villeneuve) ci sentivamo sicuri, l’anno scorso (contro Hakkinen) pensavamo che la pole di Schumacher ci avrebbe portati al successo. Le delusioni ci hanno temprato”.

Va male ancora una volta, succede che Schumacher allo spegnimento dei semafori fallisce la partenza e si fa scappare Hakkinen, il quale conquista gara e secondo titolo sulla McLaren: “Un grande giorno, sono stato capace di rilassarmi, prendere le cose con più calma, ero rilassato nel corpo e nella mente e questo è il risultato, favoloso. Si è vista la mia forza”.

Irvine arriva terzo, chi ha bisogno di polemiche per vendere due giornali in più scrive – ancora oggi – che la Ferrari non abbia mai voluto veramente che vincesse e quindi l’abbia sabotato. Fatto sta che il muretto al traguardo non concede uno scambio di posizione ormai inutile con Schumacher: “Non ho molto da dire, così va la vita”.

Per l’anno venturo, piuttosto che rientrare nei ranghi a seconda guida, Irvine si accorda con la Jaguar dove resta tre stagioni, senza mai vincere, arrivando due volte a podio. Al suo posto la Scuderia chiama Barrichello, che su Irvine appunta: “Ha saputo sfruttare la grande occasione, spero che possa capitare anche a me. Ma Michael è il numero uno, non si discute”. E infatti non se ne discuterà mai.

La Ferrari intanto malgrado la sconfitta di Suzuka fa suo il mondiale costruttori, un riconoscimento d’oro nell’anno in cui Schumacher è stato fuori tre mesi per infortunio dopo l’incidente di Silverstone; è il primo titolo dal 1983, il primo di sei consecutivi che verranno da lì al 2004.

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