I trofei di Austin (che non abbiamo visto) e quelli più strani mai assegnati in Formula 1

martedì 22 ottobre 2024 · Fuori tema
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All’ultimo minuto, per la cerimonia di premiazione, l’organizzazione ha dovuto ripiegare per Leclerc su una coppa convenzionale e per il secondo e terzo classificato sui ruotini che normalmente vengono assegnati per la pole.

È successo che sono stati ritirati prima della consegna i trofei che Pirelli in veste di sponsor aveva commissionato per il podio di Austin, gli Heroo in fibra di carbonio, antropomorfi, con casco e orecchie di topo – o di orsetto? – disegnati da Matteo Macchiavelli, prepotentemente promossi alla vigilia e poi giudicati troppo somiglianti ai Bearbrick di Medicom.

Non ce n’è più traccia, a scanso di denunce per plagio. E pure la pagina sul sito ufficiale di Pirelli è stata rimossa. Ma sarebbero entrati di diritto nella bacheca dei trofei più singolari mai visti in Formula 1, perché sebbene il regolamento prescriva che i premi “devono avere le sembianze di coppe tradizionali”, gli artisti spesso e volentieri si prendono una libertà che produce stranezze, kitsch e polemiche.

Per dire, restando in tema di animali: Ayrton Senna a Donington nel 1993 vince una statuetta di mezzo metro di Sonic il riccio, la mascotte di Sega, la multinazionale giapponese dei videogiochi che sponsorizza la gara; a Le Castellet fra 2018 e 2021 viene assegnata una riproduzione in scala di Wild Kong, un’opera di Richard Orlinski, l’artista francese che si ispira agli animali.

Ancora, più in generale: a Sakhir nel 2004 la coppa di Schumacher è una miniatura della torre del circuito, ma sembra un secchio per la carta; a Silverstone nel 2014, anziché il trofeo tradizionale del Royal Automobile Club, è una scultura di plastica che ricalca il logo di Banco Santander e “non costa nemmeno dieci sterline”, secondo Hamilton; a Spielberg nel 2016 è un affare in legno e metallo che pare una sega circolare… o la rotella per tagliare le pizze.

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