Mazzate, sgambetti e tante papere: la stagione peggiore di Perez (nell’anno migliore della Red Bull)
domenica 3 dicembre 2023 · Amarcord
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Alla fine, è vice campione. Eppure, l’anno migliore della Red Bull è il peggiore per lui, sul piano tecnico e morale: raccoglie meno della metà dei punti di Verstappen e meno della metà dei suoi podi, diverse volte mette la macchina a muro; soprattutto, Perez vince solo 2 gare contro 19, e solo in avvio di mondiale, peraltro.
A Gedda, la prima: con Verstappen che deve rimontare, ha vita facile a tenere il controllo, ma si intravede lo spettro di un patto di fiducia che non regge nel box, ognuno si aspetta lo sgambetto dall’altro. A Baku, la seconda, grazie a una safety car che gli dà il jolly della sosta a impatto zero.
C’è la prospettiva di una faida interna, ma l’impressione non dura, qualcosa si rompe, Perez a Miami sbaglia un gol a porta vuota: “È stato il punto di svolta del mondiale”, riconosce Horner. Da lì in poi, puntualmente resta asfaltato.
A Silverstone per la quinta volta di fila non è in Q3, la rete si agita per trovargli un sostituto, è un momento buio, entra in gioco un mental coach. Lui accenna a rialzarsi a Spa, sulla carta è favorito alla luce della penalità di Verstappen. Che invece è ancora devastante, lo passa al giro 16 e vince di 22 secondi.
Non l’aiuta la squadra, che a Zandvoort gli fa il piattino dell’undercut per rimettere Verstappen davanti. E non l’aiuta Marko che già dal mese di giugno parte con le mazzoliate verbali: “Max non l’ha mai considerato un serio pericolo per il titolo”. Ancora, a settembre con una bestialità che gli vale l’ammonizione formale della Fia: “È sudamericano, quindi la sua testa non è concentrata a dovere”. Intollerabile, al punto che Hamilton decide di prendere posizione:
I don’t think his team have been massively supportive. I wouldn’t say ‘the team’, because there’s a lot of members in a team. But there has been one particular spokesperson that has not been really great in helping psychologically.
Prima della gara del Messico corre voce che il licenziamento sia già scritto e sulla Red Bull nel 2024 torni Ricciardo. Perez non collabora, fa la prima curva con l’ottimismo del disperato, aggancia Leclerc e si gioca la gara di casa. Non viene licenziato, chiude l’anno con dignità, ma resta sotto osservazione: “Sa dove migliorare. Ci rifletta questo inverno”, l’avvertimento di Horner.