Andrea Moda e non solo: queste le squadre peggiori che hanno provato la Formula 1
venerdì 6 gennaio 2023 · Amarcord
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La Fia cerca nuove squadre. Possibilmente ricche e toste. Perché se è vero che il business della Formula 1 è in ripresa, è vero pure che di norma le squadre vanno e vengono. E la storia racconta già abbastanza avventure di coraggio e pochi spicci, che cominciano in ardore e finiscono in desolazione. Questi i casi peggiori.
Life. Rossa e italiana come la Ferrari. Eppure, forse la peggiore di sempre: regge solo il 1992 e per tutto l’anno non passa le prequalifiche del venerdì. A Estoril abbandona il W12 a tre bancate e passa al V8, ma solo ai box scopre che il nuovo motore non entra sotto il cofano. I meccanici in qualche modo lo incastrano, l’auto comunque per problemi elettrici non parte.
Ags. Da Automobiles Gonfaronnaises Sportives, è la storia classica del visionario che parte dal garage, letteralmente: Henri Julien negli anni Cinquanta è un giovane meccanico che lavora presso una stazione di servizio a Gonfaron, si mette a costruire telai artigianali per le corse locali e trent’anni dopo è in Formula 1. Battesimo nell’86 a Monza, con Ivan Capelli che guida un collage di vecchie Renault. Solo due punti in sei anni, il team chiude nel ‘91 e si specializza nei corsi di guida. Su una Ags l’incidente di Streiff che resta tetraplegico nel 1989.
Eurobrun. Di bandiera italo svizzera e base a Senago, da un progetto congiunto che fonde l’Euroracing di Giampaolo Pavanello e la Brun di Walter Brun. Tre stagioni, l’ultima incompiuta, zero punti, un’infinità di qualificazioni mancate e ritiri per guasti meccanici. Praticamente un disastro per affidabilità e gestione.
Osella Corse. Debutta nell’80 e porta a termine una sola corsa. Subito arrivano le nubi, i Monopoli di Stato che espongono il marchio delle sigarette MS recepiscono il veto del governo alle sponsorizzazioni nell’automobilismo e tagliano le sovvenzioni. È destino, per dieci anni l’Osella corre sempre al risparmio. Resta legata a storie funeste, la tragedia di Giovanni Amadeo, il meccanico che viene travolto e ucciso da Reutemann a Zolder nell’81 e l’incidente mortale di Paletti a Montreal nell’82.
Andrea Moda. Andrea Sassetti nel 1992 scuce centomila dollari per fare promozione al suo marchio di scarpe, a Interlagos mette in pista una delle squadre più sfigate e ruspanti di sempre. L’intenzione è di assemblare materiale di risulta della Coloni e la sospensione posteriore della Dallara, la Federazione invece gli impone di comprarsi due auto complete per rispettare la proprietà intellettuale. La squadra si qualifica solo a Monte Carlo, e comunque non finisce la corsa. A settembre viene ratificata l’espulsione, dopo che Sassetti è anche finito in manette per non aver pagato dei fornitori.