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Perché Verstappen non ha ceduto la posizione a Perez… e perché la Ferrari non l’ha chiesto a Sainz

lunedì 14 novembre 2022 · Gran Premi
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Il ghigno di Hamilton è di chi la sa lunga: “Siamo ancora la squadra migliore”. La intende nel senso più sportivo del termine, tira una stoccata aguzza a chi spirito di squadra non ne ha avuto.

L’episodio è piccante, a Interlagos nel finale la Red Bull vuole che Verstappen lasci il sesto posto a Perez, per aiutarlo a finire secondo nel mondiale. Lui invece non sente ragioni. Il team radio sul traguardo è di un’arroganza gratuita e inaudita:

I told you already last time, you guys don’t ask that again to me, ok? Are we clear about that? I gave my reasons and I stand by it.

Ufficialmente non si spiega. E non lo fa la squadra. Ma nel paddock corre voce che la radice del rifiuto sia da cercare nella qualifica di Monte Carlo, dove Perez blocca la pista con un testacoda all’ingresso del tunnel e congela la classifica. Difende solo la terza piazza, ma già all’epoca Verstappen insinua il sospetto che Perez abbia sbattuto di proposito per stargli davanti, guadagnando quel bonus che poi effettivamente domenica gli agevola la vittoria.

Ad ogni modo, la reazione di sorpresa del muretto prova che Verstappen in Brasile con un capriccio ha rotto un patto di fiducia. Dice Perez: “Ha fatto vedere chi è davvero”. Horner da parte sua assicura che l’intesa regge: “Siamo una squadra, loro si sono chiariti”.

E un regalo se l’aspettava pure Leclerc. È lui a chiederlo a più riprese al box: “Prima della gara ne avevamo parlato”. Dal muretto invece l’ordine di scuderia non parte mai, fondamentalmente perché Sainz nel finale è sotto inchiesta per una presunta scorrettezza in regime di safety car, per cui in caso di sanzione rischia di chiudere ancora più dietro.

Qui la Ferrari nel dubbio fa la scelta più saggia: sacrificare la causa di Leclerc e proteggere i punti per il campionato costruttori. Perché quello assegna i soldi.

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