Perché l’Haas ha mollato Schumacher. E perché ha preso Hulkenberg (bocciando Giovinazzi)
giovedì 17 novembre 2022 · Mercato
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Tecnicamente, è una separazione non consensuale: Mick Schumacher attraverso una nota commenta con delusione la decisione dell’Haas che non gli rinnova il contratto per il 2023. Ma pare che lui stesso avesse cominciato a cercarsi un’altra strada, prima in Aston Martin con l’appoggio di Vettel e poi in Alpine dopo la bufera di Piastri.
È uno sviluppo di mercato sul quale pesa soprattutto l’aspetto politico, perché Schumacher prima di perdere il sostegno dell’Haas ha perso quello della Ferrari dopo quattro anni in Academy, per cui senza la raccomandazione e uno sconto sui motori torna a essere uno qualunque.
Alla fine, Gunter Steiner dice che è una questione d’esperienza: “Nemmeno una pole position l’avrebbe salvato”. Anche perché Schumacher viene da una serie di errori e danni seri. Gene Haas a ottobre diceva:
I think Mick has a lot of potential, but you know he costs a fortune. He’s wrecked a lot of cars that have cost us a lot of money that we just don’t have.
Sul posto di Schumacher puntava Giovinazzi che infatti s’è rivisto nelle libere a Monza e di nuovo ad Austin. Dov’è finito a muro dopo 5 giri. Con un commento:
For sure it doesn’t help but from the other side I showed already in Formula 1 what I can do. I know that it’s not up to this one lap and few corners that will end my career.
Piuttosto che incartarsi un’altra volta, l’Haas ribadisce la nuova linea, quella che a febbraio dopo la rottura con Mazepin già imponeva l’usato garantito anziché le matricole. Ancora Steiner:
Experience takes time to make, and we don’t have time, because we want to move forward. It is not Mick’s fault that we are where we are and we only have ourselves to blame, but there is a shorter way by taking a guy with a lot of experience, which has done this in multiple teams.
La risposta è Nico Hulkenberg, immortale, ciclicamente disponibile a qualsiasi ruolo, riserva trasversale del paddock in tempo di pandemia e quasi duecento gare a curriculum. Comunque un rovescio sorprendente, perché lui, con Magnussen, non ha precedenti di stima reciproca.