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Suzuka, quei trattori in pista e l’imperdonabile leggerezza che richiama la tragedia di Bianchi

lunedì 10 ottobre 2022 · Dal paddock
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C’era una trattativa per spostare il Gran Premio del Giappone da ottobre ad aprile, lo riferisce Andrew Benson della Bbc, una mozione ragionevole di Liberty e delle squadre per evitare una volta per tutte la stagione dei monsoni che puntualmente demolisce il weekend a Suzuka.

Non è chiaro quali ragioni abbiano opposto gli organizzatori, fatto sta che l’accordo non c’è stato, per cui anche nel 2022 la Formula 1 s’è ritrovata a fare i conti con la pioggia. Soprattutto, sfiorando pericolosamente lo stesso dramma che nel 2014 ha ucciso Jules Bianchi.

Stesso circuito e stesse circostanze: al giro 3 sbatte Sainz, ci vuole la gru per recuperare l’auto, la direzione corsa dà bandiera rossa, ma nel frattempo i commissari sono già in azione coi mezzi di soccorso. Lo segnalano via radio Perez, Latifi, Vettel. E Gasly in particolare, che poi ai giornalisti dice:

We lost Jules already, for the reasons that we know. Eight years ago, on the same track, in the same conditions with the crane. How today we can see a crane not even in the gravel, on the race track, while we are still on the track? I don’t understand that.

Obviously if I would have lost the car in a similar way as Carlos lost it the lap before – it doesn’t matter the speed, 200, 100 – I would have just died. As simple as that. It’s disrespectful to Jules, disrespectful to his family and all of us.

È il punto che solleva anche il papà di Jules sui social: “Inaccettabile”. E sono allineati gli altri piloti: Sainz, Albon, Norris, Perez.

Ma non è pulitissimo Gasly, si prende 20 secondi di penalità per eccesso di velocità con bandiera rossa. E ci stanno tutti – lo riconosce lui stesso – perché dalla telemetria risulta che in più punti, anche dopo avere incrociato il trattore, sia transitato sopra il limite. Su un punto comunque è inattaccabile:

The red flag was then displayed too late for me to react and brake safely with the tractor and the marshals right on the racing line.

Alla fine, la Fia alla luce delle rimostranze dei piloti in serata se ne esce con una nota. Che da un lato ribadisce che “recuperare le auto in pista sotto safety car o sotto bandiera rossa è procedura usuale”, dall’altro promette un’indagine approfondita sui fatti, “per assicurare il miglioramento continuo dei processi e delle procedure”.

Perché un chiarimento era già dovuto due anni fa, dopo che a Istanbul venne dato via libera in qualifica, per esigenze televisive evidentemente, malgrado un trattore stesse ancora caricando la Williams di Latifi.

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