Favori, scorciatoie e dignità: parla Piero Ferrari (e poteva evitare)
giovedì 28 luglio 2022 · Politica
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Si fa vivo Piero Ferrari, entra a gamba tesa nella discussione sulle norme per il 2023, nello specifico la revisione della sezione del regolamento tecnico sui fondi piatti. A Leo Turrini su Quotidiano Nazionale dice:
Per anni la Ferrari aveva un deficit di motore nei confronti di Mercedes. Noi non abbiamo chiesto favori o scorciatoie. Abbiamo perso con dignità, lavorando in silenzio per recuperare. Dovrebbero comportarsi così anche i nostri avversari.
Premesso che la Ferrari anziché chiedere “favori o scorciatoie” normalmente se la sfanga direttamente col diritto di veto che vale più di tanti aiuti, e premesso pure che la “dignità” se l’è bruciata all’inizio del 2020 quando è scesa segretamente a patti con la Fia insinuando nel paddock lo spettro infido dell’insabbiamento di una furbata sul monitoraggio del flusso di benzina, è insopportabile il fondo di disonestà intellettuale, l’assunto che la Fia con il pretesto della limitazione del porpoising stia lavorando per aiutare sottobanco la Mercedes. Come sostiene pure la Red Bull, altrettanto in malafede.
Quando invece la Fia, saggiamente, riscrivendo alcuni punti del regolamento e diramando la direttiva che entra in vigore a Spa, oltre a scongiurare il porpoising – che già si vede meno – intende soprattutto impedire che dilaghino varie irregolarità sulla progettazione di fondi, scalini e diffusori. Al punto che Parigi è decisa a giocarsi i pieni poteri per ragioni di sicurezza, senza scendere a compromessi.
Il sospetto è che proprio Ferrari e Red Bull si siano spinte troppo oltre, con un trucchetto che diverse fonti indipendenti hanno riportato dopo il Canada e che la nuova normativa metterebbe fuorilegge.
Di qui le basi per un’alleanza trasversale estiva e una propaganda fuorviante nella quale si è voluto sporcare anche l’erede universale del cavallino. Nonostante abbia guai più seri nel box.