Quel filo sottilissimo fra il rialzo del tetto di spesa e la soluzione al porpoising
sabato 9 luglio 2022 · Politica
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Il primo tema a Spielberg era politico: venerdì mattina le squadre hanno discusso e approvato il rialzo del tetto di spesa, una maggiorazione del 3.1 per cento per rispondere all’inflazione.
Questo significa quasi 4 milioni e mezzo di dollari in più sui 140 che il regolamento concedeva come base. Praticamente il budget cap torna ai livelli del 2021.
Non serviva l’unanimità, che infatti non c’è stata: una squadra ha votato contro, gli indizi dicono si tratti dell’Haas. Che non s’è mai nascosta: “Se dovessimo basarci sul tasso di inflazione – diceva Steiner – allora torneremmo a spendere 250 milioni all’anno”. Più seriamente: “Se da una parte aumentano i costi, bisogna risparmiare altrove. Funziona così per tutte le aziende”.
Alla fine, il ritocco del budget l’ha votato anche la Ferrari, nonostante Binotto in principio pareva fosse contrario, se non altro per uno sgambetto tattico alla Red Bull che secondo le stime di Maranello stava tenendo un ritmo di sviluppo col quale difficilmente sarebbe rientrata nelle spese.
È successo che nel frattempo la Fia ha deciso di muovere un passo ufficiale per contrastare il porpoising, principalmente sotto la pressione del sindacato dei piloti. Ma scrivendo quella direttiva, saggiamente Place de la Concorde ha voluto che la metrica e la strumentazione ausiliaria per il controllo dell’effetto delfino tornassero utili anche per verificare simultaneamente quanto flettono i fondi delle auto, un campo su cui qualcuno sta giocando col fuoco. Forse anche la Ferrari.
Così le squadre per mettersi in regola hanno fatto in modo di procurarsi prima di tutto un bonus. Dopodiché, agli ingegneri serviva il tempo: di qui l’altra delibera, nella stessa assemblea, il rinvio di un mese – dal Gran Premio di Francia a quello del Belgio – dell’entrata in vigore di un controllo che a Baku sembrava urgentissimo e invece adesso può aspettare la pausa estiva.