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Mutande e gioielli, perché la Fia è nel giusto… e l’atteggiamento di Hamilton (e Vettel) è intollerabile
martedì 31 maggio 2022 · Dal paddock
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È una crociata che la Fia vuole portare in fondo, il divieto di gioielli e accessori in auto e l’obbligo che tutti gli indumenti – scarpette, guanti, sottotuta e balaclava, intimo incluso – siano ignifughi. Non soltanto l’uniforme, che può non bastare in un rogo come quello di Grosjean a Sakhir nel 2020.
La norma c’è sempre stata e nessuno l’ha applicata, ma in Australia la Fia nelle note di Wittich ha preannunciato il giro di vite, dopodiché a Miami ha preteso che fossero le squadre a garantire per i piloti. Con una deroga – all’inizio di due corse, adesso fino a tutto giugno – per la Mercedes. E più precisamente per Hamilton, che per mettersi in regola deve togliere dei piercing e comunque non ha intenzione di farlo.
Dice che la Fia ha “pesci più grossi da friggere”, cioè questioni più serie da sbrigare. Di qui la provocazione, in conferenza stampa a Miami: un anello per ogni dito, una serie di ciondoli e collane, un bracciale di pietre preziose e tre orologi. Nemmeno sincronizzati, tra l’altro. Vettel è dalla sua, entra nel paddock coi boxer sopra la tuta.
La gente ci ride, non coglie l’insolenza intollerabile e infantile di una posizione perdente di minoranza, che non è nemmeno allineata a quella del sindacato. Perché Alex Wurz, in qualità di presidente della Gpda, l’ha chiarito subito: lui sta con la Fia. E sta con la Fia alla luce di quanto gli ha raccontato Kris Nissen.
Già, chi è Kris Nissen? È quello che il 22 luglio dell’88 al circuito del Fuji si è schiantato con una Porsche che nell’incidente è diventata una palla di fuoco. Lui aveva casco, guanti, tuta e scarpe a norma. Ma non era a norma l’intimo: boxer e maglietta semplici, che quindi lo hanno protetto solo parzialmente, “mentre con un sottotuta più lungo avrei avuto ustioni minori alle gambe e alle braccia”. Altre le ha provocate un braccialetto d’oro al polso destro.
Grosjean a Sakhir era in regola su tutto, eppure ha riportato ustioni alle mani. Sempre Nissen: “Non esiste la sicurezza completa, ma esiste una sicurezza migliore quando si indossa l’equipaggiamento approvato dalla Fia”. Il diavolo quando vuole ci mette la coda, checché ne dicano Hamilton e Vettel con certe pagliacciate.