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Velocità da capogiro, curve cieche… e il fattore traffico: Leclerc è il primo a sbattere a Gedda
sabato 4 dicembre 2021 · Gran Premi
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Secondo Ocon sembra Baku, secondo Latifi sembra più Montreal, secondo Sainz “dà l’intensità e l’adrenalina di Macao”. Secondo tutti, il primo Gran Premio in Arabia Saudita è un mezzo salto nel vuoto con mille incognite.
Leclerc è il primo a sbattere. Alla vigilia svelava che al simulatore ci aveva messo dieci giri per cominciare a capirci qualcosa: “Non sai dove girare, ci sono troppe curve”.
Ma qualcuno, il simulatore non l’ha nemmeno potuto o voluto provare, tipo Raikkonen: “Non ce l’abbiamo, mi accontento di fare due passi e capire”. Lui comunque non condivide nemmeno la perplessità sulle curve: “Quante ne sono? Trenta? Per favore, alcune non sono nemmeno delle curve vere”.
Perché la pista di Gedda nasce dichiaratamente per attestarsi come il circuito urbano più veloce della storia: acceleratore a tavoletta per il 79% della percorrenza, punte da 320 chilometri orari e media sopra i 250. È il punto che sollevava Sainz giovedì sera, l’abbinamento fra curve cieche e velocità da capogiro:
If there’s a crash in front of you, three seconds in front of you, we are doing above 250km/h in every corner, and there’s not going to be time for us to react because we cannot see through walls. And this is maybe the only big point to raise with the FIA, just to stay sharp with yellow flags and safety cars, red flags.
Che poi, pure senza incidenti, il traffico resta un fattore. Lo dimostra l’incidente che sfiora Hamilton con Giovinazzi: “È quasi come a Monte Carlo, ma qui avvicinarsi ad altre auto significa mettersi in pericolo”.
Dell’asfalto fresco, che preoccupava le squadre, invece non s’è lamentato nessuno. Anzi, Hamilton si dice sorpreso di quanto grip abbia trovato dal primo giro.
Non era scontato perché a Gedda s’è lavorato fino all’ultimo minuto. Letteralmente: l’approvazione definitiva della Fia è di giovedì mattina, a 24 ore dall’inizio delle libere. Nessuno ha mai dubitato che la pista venisse completata, ma la Formula 1 mai come stavolta ha corso contro il tempo.