Il Nurburgring e un Gran Premio dai mille nomi, 10 curiosità che non sapevi di non sapere
giovedì 8 ottobre 2020 · Appunti di viaggio
tempo di lettura: 2 minuti
Fantasie toponomastiche. La denominazione di Gran Premio dell’Eifel – che Liberty sceglie per il ritorno della Formula 1 al Nurburgring – è la quarta che viene impiegata per la stessa gara. Che s’è già chiamata Gran Premio di Germania, Gran Premio del Lussemburgo e Gran Premio d’Europa.
Lezioni di geografia. L’Eifel è un altopiano con parco nazionale, è compreso tra il medio corso del Reno, le Ardenne e la Mosella.
Il peso della storia. In principio il circuito è il mostro sacro della Nordschleife, l’inferno verde di 23 chilometri e 187 curve che serpeggia nell’Eifel. Lo sport l’abbandona nel 1976 dopo l’incidente di Lauda, lo ritrova nel 1984 in versione GP-Strecke. Meno carismatica, comunque più sicura.
Rock e motori. Il vecchio Nurburgring si trova parzialmente nel territorio della città di Adenau che proprio al circuito organizza ogni anno il Rock am Ring, un raduno di musica rock. La prima edizione risale al 1985, all’epoca è pensata come una manifestazione celebrativa per la ristrutturazione della pista, invece riscuote così tanto successo che diventa un appuntamento a cadenza annuale.
Per onore di firma. È da record nel 1953 l’esperienza di Ernst Loof che al Nurburgring apre e chiude la carriera più corta in assoluto: con una Veritas fa due metri appena a causa del guasto della pompa della benzina.
Il primo lutto. Nelle prove di sabato nel 1954 muore Onofre Marimon, trentenne, l’allievo di Fangio: è il primo decesso in pista in un evento ufficiale.
Prove tecniche di camera car. Nelle prove, Beaufort nel 1962 si fa montare sul retrotreno della Porsche una cinepresa da 16 mm per la televisione tedesca, il fissaggio salta per le vibrazioni e la cinepresa va in frantumi.
Paparazzi. Nel 1997, Darren Heath scatta una foto dentro l’abitacolo della McLaren che si è ritirato e ha parcheggiato a bordo pista: è lo scatto che scova il terzo pedale per sdoppiare la frenata, una trovata che la Fia mette al bando l’anno dopo.
Frammenti di gloria. Al Nurburgring il mondo si mette a girare al contrario nel 2007: Winkelhock che ha pagato 750 mila dollari per correre con la Spyker emerge dal nubifragio e va in testa al secondo giro. Non dura perché quando il mondo riprende a girare nel verso giusto è Alonso a vincere su Massa.
Meglio tardi che mai. Prima della vittoria del 2009 al Nurburgring, Webber aveva fatto 128 gare: è il pilota che ha aspettato più a lungo il successo. A proposito: il diario dei Gran Premi di F1WEB.it è disponibile in riedizione a prezzo speciale in print-on-demand su ilmiolibro.it.