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Aerodinamica, motore… e carattere: tutti i guai della Ferrari che inizia il mondiale già in affanno
sabato 4 luglio 2020 · Gran Premi
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Non c’erano aspettative stellari sulle prestazioni della SF1000 per Spielberg, i test l’anticipavano. Ma il quadro che arriva dall’Austria è nerissimo. Per dirla con le parole di Leclerc, la Ferrari “va peggio del previsto”. E Vettel, che esce in Q2: “Una sorpresa”.
Maranello non nasconde i fatti, c’è un fantasma di vecchia data che si ripropone: il conflitto fra i dati della pista e quelli delle simulazioni.
È già successo nel 2011, all’epoca la Ferrari non ne viene a capo in tempi rapidi e alla fine compromette la corsa di Alonso all’iride nel 2012, per quanto cerchi di appoggiarsi ad altre strutture, l’ex Toyota a Colonia, oppure Dallara a Varano de’ Melegari.
Oggi il Cavallino paga pure sul piano motoristico, lo suggerisce il crollo congiunto di Haas e Alfa Romeo, evidentemente per effetto della revisione progettuale a seguito degli accertamenti della Fia, su cui restano ombre lunghissime malgrado la pressione degli avversari.
Binotto per Budapest promette sviluppi, ma c’è una montagna da scalare, il calendario è più serrato che mai dopo l’emergenza per il coronavirus.
Soprattutto, la Ferrari non è la Mercedes che nel 2019 con metodo e carattere dopo i test invernali ha ribaltato il progetto in tre settimane – sovrasterzo, sospensioni, impianto di raffreddamento – per fare un’altra volta terra bruciata.