Social network e podi senza foto: le statistiche più curiose del mondiale di Formula 1 nel 2019
sabato 21 dicembre 2019 · Statistiche
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A cercare bene nelle pieghe degli almanacchi c’è sempre qualcosa: questa la raccolta delle statistiche di rilievo del mondiale che ha chiuso il secondo decennio del nuovo millennio e assegnato la sesta corona a Hamilton.
Lui e nessun altro. Già, il secondo decennio del nuovo millennio: Hamilton emerge incontrastato sul resto del mondo, con 73 vittorie. Quelle di Vettel e Rosberg insieme non bastano a superarlo. E siccome non si fa mancare niente, è pure il re dei social network per numero di followers.
Stella stellata. E chiaramente pure la Mercedes coi numeri è messa benissimo: sesto alloro consecutivo che vale il pareggio con la Ferrari degli anni di Schumacher e cinque doppiette in apertura di campionato, come mai nessuno prima. La striscia più lunga di vittorie invece resta alla McLaren con 11 successi di fila.
Gli altri. Dall’altra parte della trincea, è la prima decade che la Ferrari chiude senza titoli. Viceversa, con Red Bull e Verstappen torna in alto l’Honda, che non vinceva un Gran Premio dal 2006 con Button a Budapest e non vinceva a Interlagos dal 1991 con Senna.
La differenza. Nel grigio torpore di Maranello, la nota di colore è Leclerc: a Spa è il più giovane a vincere sulla Ferrari, fa quattro pole di fila come solo Schumacher. E con lui la Ferrari si riprende la coppa di Monza dopo nove anni e l’egemonia di Mercedes col turbo ibrido.
Questione di grip. A Silverstone il nuovo asfalto ha fatto crollare i tempi di qualifica: tutti i team hanno migliorato la prestazione individuale rispetto all’anno scorso.
Gioventù bruciata. Il podio di Interlagos è il più giovane della storia per età media, aggiorna il record oltre dieci anni dopo Monza 2008. Il fatto curioso è che non esistono foto – se non in fotomontaggio – perché Sainz materialmente non c’è salito: la Fia ha riscritto la classifica solo dopo la penalizzazione di Hamilton.
L’intruso. Con una manciata di chilometri in testa a Singapore prima delle soste, Giovinazzi sull’Alfa Romeo è il primo leader non Mercedes, né Ferrari e né Red Bull dai tempi di Massa con la Williams nel 2015.
Questa è Sparta. Raikkonen è entrato nel gruppetto ristretto di quelli con almeno 300 gare sulle spalle, come solo Barrichello, Schumacher, Alonso e Button. Nel conto gli mancano Indy nel 2005 per il ritiro in massa di Michelin e Sepang nel 2017 per avaria della batteria.
Mille di queste gare. E il 2019 è stato pure l’anno in cui la Formula 1 ha messo in archivio la corsa numero 1000. Che è toccata a Shanghai, secondo i conteggi ufficiali. Ma a qualcuno che fa ricalcoli improbabili i conti non tornano. Problemi suoi.