Dal sacrificio di Surtees alla delibera dell’halo, quella data ricorrente che segna la sicurezza in pista
venerdì 19 luglio 2019 · Amarcord
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È il 19 luglio del 2009, in Formula 2 a Brands Hatch trova la morte Henry Surtees, 18 anni, il figlio di John: è colpito alla testa da un pneumatico che si stacca dalla macchina di Jack Clarke in un fuoripista. Papà John perde “un uomo buono e un amorevole figlio”, gli intitola una fondazione per la riabilitazione da traumi fisici e cerebrali.
È una coincidenza, ma nel 2017 proprio il 19 luglio la Federazione Internazionale delibera l’halo, l’aureola di titanio sul cockpit che la Formula 1 adotta obbligatoriamente dal 2018, a compimento di un percorso a ostacoli tra proposte di protezione degli abitacoli con scudi trasparenti e capote tipo cacciabombardiere. Soprattutto, tra veti e ostruzioni.
Tant’è che all’epoca delle valutazioni preliminari una frangia dei piloti è contraria, è scettico Lauda per esempio, sostiene sia la strada peggiore, che “distrugge il dna delle monoposto”.
Oggi le prove di laboratorio dimostrano che l’halo può reggere il peso di un autobus a due piani, cioè 12 tonnellate su una struttura di 7 chili appena. E rappresenta una conquista oggettivamente indiscutibile: salva la testa, letteralmente, prima a Makino in Formula 2 a Barcellona, poi a Leclerc a Spa Francorchamps quando Alonso gli vola sopra il casco alla partenza. Su questo punto, la Fia fa sapere:
From the available data and video footage, we are confident that the wheel would not have hit Leclerc’s helmet. But, as Alonso’s car continued to yaw relative to Leclerc’s, we believe that Alonso’s front wing endplate would have just contacted Leclerc’s visor. It is difficult to predict the severity of the contact with any precision though.
Perciò per il 2020 si converte anche l’Indycar, una mossa dovuta a seguito di una chiamata recente e cruenta, l’incidente fatale a Justin Wilson nel 2015. La delibera del potere sportivo c’è già, ai costruttori è richiesta l’adozione di un sistema evoluto che integra halo e parabrezza, con rivestimento antiriflesso. Ci lavora la Red Bull che una soluzione del genere l’aveva proposta per la Formula 1.