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Gran Premio d’Australia 2019 a Melbourne: sintesi, risultati, parole e statistiche
lunedì 18 marzo 2019 · Roundup
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L’illusione non dura che due settimane, il tempo di fare i bagagli da Barcellona, sbarcare a Melbourne dall’altra parte del mondo e scoprire che la classifica aggregata dei test fa già acqua, perché Ferrari non è così avanti e Mercedes non è così indietro. La prima senza Whiting finisce un’altra volta in doppietta per Stoccarda e un’altra volta in disfatta per Maranello. E se in Australia c’è sempre la scusa della pista anomala, il Bahrain diventa già un esame.
L’ordine d’arrivo. Bottas su Hamilton e Verstappen, a punti Vettel, Leclerc, Magnussen, Hulkenberg, Raikkonen, Stroll e Kvyat. Fuori Sainz, Ricciardo e Grosjean.
Il momento chiave. La partenza, dove Bottas dalla seconda piazza ha lo spunto migliore, entra in testa nella prima curva e mette il mattoncino fondamentale su cui costruisce una vittoria da dominatore solitario. Le parole di Wolff:
When he left after the Christmas party he said he was tired and he needed to recover because it was the most shitty half-season he’s ever had. And he came back end of January and said: ‘I’m back’.
Il migliore. Bottas, appunto. Impietoso, concentrato, praticamente un martello dopo un anno a secco, fa la gara perfetta in controllo assoluto, quanto normalmente farebbe Hamilton e quanto il paddock sulla base delle risultanze dei test s’aspettava dalla Ferrari. L’osservazione di Luke Smith del New York Times:
All three of Bottas’ wins to date have been closely-edged, soaking up pressure. This has been a total beatdown so far. Massively impressive.
Il peggiore. Ricciardo, che al via cerca un passaggio impossibile sulla striscia d’erba sintetica tra l’asfalto del rettilineo e il muretto dei box: là sfascia l’ala anteriore e si fuma un’opportunità di piazzamento a punti al debutto in Renault.
Corsi e ricorsi. Un pilota spagnolo che parcheggia una McLaren col motore in fumo, già visto. Solo che il pilota spagnolo una volta si chiamava Alonso e adesso si chiama Sainz; il motore una volta era Honda e adesso è Renault. La sostanza, per il momento, non cambia.
Pirelli dice. La gara conta in tutto 22 pit stop, solo Russell va su doppia sosta, Kubica fa tre cambi dopo i contatti al via. Lo stint più lungo è di Raikkonen, 45 giri su gomma media di compound C3. A sorpresa, 7 macchine su 17 che arrivano al traguardo fanno l’ultima parte di corsa su gomma dura, un’anomalia su cui Mario Isola appunta:
When the teams select the compounds they never choose the hardest available and then find themselves using it in the race without ever having tried it.
Le statistiche. Debuttano Albon, Norris e Russell, era dal 2016 che non si vedevano tre esordienti alla prima dell’anno. Bottas sale per la prima volta in vetta al mondiale, nella storia della Formula 1 adesso sono 60 i piloti che hanno guidato almeno una volta la classifica iridata. La pole di Hamilton è l’ottava personale a Melbourne, la sesta per Mercedes. Che vince la corsa inaugurale della stagione dopo due affermazioni consecutive della Ferrari di Vettel. Mentre Honda mette un’altra volte un motore a podio dopo 11 anni.
Il prossimo Gran Premio. Domenica 31 marzo a Sakhir, partenza ore 17:10 italiane, diretta esclusiva di SkySport.