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Le prove libere a Sochi, il turbocompressore della Ferrari, l’olio nel carburante e le gare in America
venerdì 28 aprile 2017 · Snack news
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A carte (s)coperte. Ci sono le Ferrari in testa nelle libere del venerdì al Gran Premio di Russia a Sochi: Vettel conduce su Raikkonen, la rossa ha oltre mezzo secondo di margine sulla Mercedes. Che secondo Vettel s’è nascosta e fa pretattica. Risponde Hamilton: “Non ci siamo mai nascosti. L’ha fatto la Ferrari in passato, ma dal nostro punto di vista è una tattica che non paga”.
La grana del motore. Si profila una stagione complessa per la Ferrari sul fronte dell’affidabilità: Auto Motor und Sport svela che è già la terza volta che la Scuderia deve sostituire il turbocompressore sia a Vettel che a Raikkonen. Il regolamento concede solo un altro cambio. Il che vuol dire che se il team non rimette in sesto i vecchi componenti, al quinto scatta la penalità.
Come funghi. L’aspetto più critico dell’assenza di Raikkonen sui social è rappresentato dalla piaga dei fake-account. È spuntato su Twitter un patetico @RaikkonenOficia in concomitanza col weekend di Sochi, ha raccolto solo trecento follower comunque. Nel 2013 un altro falso Iceman aveva fregato la stampa italiana. Tranne F1WEB.it che l’aveva smascherato.
Olio piccante. Tra le richieste del Gruppo Strategia alla Fia nell’ultimo meeting c’è anche quella di un regolamento più restrittivo che impedisca di utilizzare l’olio come combustibile per potenziare il motore. Perché le squadre hanno sempre il sospetto che si possa aggirare la direttiva della Fia di cui s’era discusso già a Melbourne.
New York, New York. Chase Carey vuole riprendere in mano il progetto del Gran Premio a Port Imperial. E vuole che la gara si corra in notturna. Il che non rappresenta la soluzione più auspicabile per l’audience delle televisioni europee dal momento che ci sono cinque ore di differenza con Londra, sei con Roma. Teoricamente la gara partirebbe quando in Italia sono passate le 2. Di lunedì mattina, del resto… E poi quello matto era Ecclestone.
E Long Beach? Resta sempre in gioco anche il ritorno a Long Beach. Ci stava lavorando già Ecclestone, ma Zak Brown della McLaren segnala un aspetto cruciale: “La pista dovrebbe ottenere la qualifica di grado 1 da parte della Fia, quindi ci vorrebbe un circuito più lungo, con vie di fuga più larghe e un complesso dei box più adeguato. Non credo sia fattibile in quella zona”.