A tutto Todt: Briatore, Ntechnology, la Toyota, le gomme e la Francia
venerdì 6 novembre 2009 · Politica
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È arrivato a Place de la Concorde da 2 settimane, ma ha già tante belle gatte da pelare. Jean Todt deve riesaminare la pratica Briatore, risolvere la disputa con Ntechnology, rintracciare un nuovo fornitore di gomme e, possibilmente, riaprire le contrattazioni per il ritorno del Gran Premio di Francia.
Todt puntualizza: “Amo le auto, amo le corse, ma la FIA non è solo Formula 1”. Però la Formula 1 ne rappresenta una bella fetta, quella più in vista. Ed esce da un anno critico, che è cominciato con le contestazioni sui regolamenti e si è concluso con il processo sull’incidente di Singapore e la radiazione di Flavio Briatore.
Parte da lì l’azione di Todt: “Voglio creare una commissione disciplinare indipendente, le ultime controversie hanno aperto gli occhi alla gente”.
Giuridicamente però il caso di Briatore non è più competenza della FIA, perché ormai è nelle mani del Tribunale delle Grandi Istanze di Parigi, lo stesso a cui si è rivolta Ntechnology per rivendicare l’iscrizione al Mondiale 2010 dopo lo scandalo delle selezioni pilotate.
Angelo Codignoni di MSC, la società madre che controlla Ntechnology, dice: “Stiamo facendo tutto questo nel nome dello sport. La procedura di gestione delle new-entry non è stata trasparente“. Perché Mosley avrebbe privilegiato i clienti di Cosworth senza nemmeno leggere le candidature degli altri.
Teoricamente, il posto per Ntechnology c’è: è quello che si è liberato con il ritiro di Toyota. Ma l’affare non è così semplice, perché anche Sauber aspetta risposte e perché comunque a luglio Toyota ha sottoscritto il Patto della Concordia e si è impegnata fino al 2012. Per cui, legalmente è obbligata a correre. A meno che non venda la licenza.
Poi c’è la questione dei pneumatici: lanciare il bando per il 2011 e trovare un nuovo fornitore dopo il forfait della Bridgestone.
E fra una pratica e l’altra Todt traffica pure col governo francese per riportare in calendario il Gran Premio di Francia, il suo Gran Premio: “Perdere un evento internazionale così prestigioso può avere gravi conseguenze economiche per il Paese”. Tre gli scenari al vaglio: Magny-Cours, Flins e il Paul Ricard. L’ultima parola spetta sempre a Bernie Ecclestone. Che vorrebbe gli Champs Élysées di Parigi.