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Halo e protezioni sull’abitacolo: Enrique Scalabroni offre la terza via, futuribile e ambiziosa
martedì 20 settembre 2016 · Dal paddock
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Procede la sperimentazione dell’halo per il 2018, a Singapore un prototipo per la protezione dell’abitacolo l’hanno provato anche Alonso e Hamilton. Un po’ alla volta un test lo faranno tutti, poi la Fia tirerà le somme.
Fondamentalmente i nodi ancora sono due. Uno lo ribadiva Alonso: “Entrare e uscire dall’abitacolo è abbastanza difficile”, il che costituisce una criticità in caso d’incidente. L’altra questione è la visibilità: sulla Mercedes per esempio la struttura dell’halo lateralmente impalla gli specchietti e quindi andrebbe ridisegnata. Ma la posizione degli specchietti comunque non è standard, per cui teoricamente il problema non ce l’hanno tutti.
Perciò la Fia resta dell’idea che l’halo è preferibile all’aeroscreen che s’era visto sulla Red Bull. Tuttavia dopo Monza è trapelato un bozzetto di Enrique Scalabroni che motorsport.com ha messo in rete e potrebbe rappresentare la terza via. Potrebbe. Perché l’idea è perfetta in principio, ma è complessa dal punto di vista tecnico e pratico.
In sostanza si tratta di un doppio sistema di protezione che di fatto fonde halo e aeroscreen. Ovvero: una cupola sopra la testa del pilota e uno schermo sul musetto, ma la novità è rappresentata dal fatto che entrambi sarebbero a scomparsa, quindi attivi a differenza di halo e aeroscreen che sono passivi. E dovrebbe attivarli il pilota in caso di detriti e incidenti oppure un lettore automatico attraverso la logica di riconoscimento degli oggetti che in aeronautica è già realtà collaudata.
La soluzione del futuro insomma. Bellissima quanto impraticabile allo stato attuale. Perché andrebbe capito come installare i componenti, come infilarli nel telaio, come comandarli, come assicurarsi che un sistema elettronico sia effettivamente capace di “riconoscere – come dice Scalabroni – elementi di pericolo” su un circuito di corsa.
Oltre al fatto che per la sperimentazione c’è bisogno di soldi. Tanti. E non è detto che le squadre siano disposte a spenderli, dal momento che gli investimenti per l’anno prossimo sono quasi interamente destinati alla riconfigurazione dell’aerodinamica.
Scalabroni comunque è andato direttamente a proporlo alla Red Bull, perché magari Mateschitz un piccolo finanziamento è disposto a concederlo. Se non altro per marketing.