Budapest, la grana del 107% che ha rischiato di stravolgere le griglia di partenza

sabato 23 luglio 2016 · Regolamenti
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Non solo Rosberg e quella pole con le bandiere gialle. È alla prima eliminatoria di qualifica che si riconduce l’altro caso topico del sabato nevrotico e infinito di Budapest, un busillis che porta alla luce un buco nelle regole per la gestione di una situazione che nessuno aveva previsto e mai s’era verificata prima. Ovvero: troppe macchine che non entrano nel 107% del miglior tempo in Q1.

Sei di queste escono dal gioco come vuole il regolamento, sono le Manor, le Renault, Ericsson e Massa. In Q2 però accedono comunque le Red Bull, le Force India e Bottas che nemmeno sono sotto la soglia minima. Causa pioggia e interruzioni varie.

Il caso è complesso, l’articolo 35.1 specifica che in circostanze straordinarie – e quelle di Budapest lo sono – quelli che in Q1 restano oltre il 107% possono partire comunque, ma devono farlo dal fondo. Oltretutto, a valle dell’applicazione di tutte le altre penalità. E bisogna ordinarli secondo la classifica della terza sessione di prove libere.

Insomma applicando le norme alla lettera la griglia sarebbe tutta da riscrivere. A posteriori.

Qui la Fia sceglie la strada più logica: flessibilità e buonsenso, lasciare tutto com’è, risparmiare alla Formula 1 l’ennesimo casino e alla stampa l’ultima emicrania prima della mezzanotte.

La Ferrari dalla retrocessione della Red Bull poteva guadagnare la terza piazza per Vettel e nel complesso un bell’avanzamento per Raikkonen. Dicono dal Cavallino: “Rispettiamo queste decisioni”. Ma tecnicamente gli estremi per il ricorso non c’erano perché le decisioni dei commissari inerenti l’articolo 35.1 non sono appellabili.

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