Giovinazzi è super a Baku: l’Italia scopre un talento. Ma non mettetelo (ancora) sulla Ferrari!
mercoledì 22 giugno 2016 · Mercato
tempo di lettura: meno di 1 minuto
È arrivato a Baku che non aveva punti, riparte col bottino massimo e col terzo posto in classifica dietro a Markelov e Nato: “Non riesco ancora a credere a quello che è successo”.
È successo che Antonio Giovinazzi sabato ha vinto dalla pole in feature race e domenica ha fatto il bis in sprint race. L’ultima doppietta in un weekend di GP2 l’aveva siglata Valsecchi, era il 2012, si correva a Sakhir. E prima di lui ce l’aveva fatta solamente gente del calibro di Rosberg, Hamilton, Piquet, Pantano e Hulkenberg. Quelli che poi hanno vinto il titolo.
Basta il raffronto storico a dare la dimensione del trionfo tricolore in Azerbaigian. Ma l’impresa ha dell’incredibile soprattutto per l’ottovolante della manche di domenica: Giovinazzi dalla quarta fila all’ultimo posto per guasto del motore, poi in rimonta pazzesca con sorpasso vincente, furbo e senza drs, a Gasly alla prima curva.
Adesso dall’Italia è partita una petizione sconsiderata: Giovinazzi sulla Ferrari. Per carità no, vorrebbe dire bruciarsi in quel vivaio che chiamano Accademia, essere parcheggiato al simulatore com’è stato per Rigon. C’è vita oltre la Ferrari, piuttosto. Magari in Red Bull.
Purché finisca un’attesa indegna che dura da cinque anni: i piloti italiani in Formula 1 mancano dal 2012. Troppo.