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Soldi e veleni: alla Ferrari 170 milioni di euro. Quando Todt diceva: “Le star prendono di più”

martedì 12 aprile 2016 · Politica
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C’è la Sauber in crisi e quando c’è crisi il discorso automaticamente torna al nodo della spartizione della torta dei proventi. È della settimana scorsa la proiezione di Autosport sugli incassi dei team nel 2016 in base ai risultati del mondiale dell’anno scorso, ma anche – e soprattutto – in funzione delle clausole del Patto della Concordia.

Lo diceva Jean Todt nel 2005: “Funziona come in un film, le star vengono pagate di più“. E pazienza se poi le comparse tirano a campare.

Per farla breve: i soldi in Formula 1 si distribuiscono con un criterio che oltre ai risultati tiene conto da un lato dei trascorsi storici e dall’altro degli impegni formali con Ecclestone a garanzia della partecipazione continuata al campionato. Grazie a un algoritmo complesso di proporzioni, la Ferrari anche quando perde prende più di tutti, 170 milioni di euro stavolta, di cui oltre 60 solamente in virtù del nome. Praticamente come squadra con maggiore anzianità di servizio. Per la cronaca: la Mercedes con due mondiali consecutivi vince in tutto 150 milioni.

È una logica “comprensibile – commenta Claire Williams – ma il bonus alla Ferrari è eccessivo“. Soprattutto alla luce del fatto che quei soldi, 60 milioni, rappresentano l’equivalente della quota che spetta alla Red Bull per effetto dei piazzamenti negli ultimi tre anni.

Ad ogni modo, la Red Bull da parte sua costituisce l’altro paradosso etico del criterio dei premi, perché il colosso dell’energy drink in totale mette in cassa 50 milioni di euro in più rispetto alla Williams che in classifica nel 2015 l’ha battuta. E questo succede perché entrano in gioco gli altri parametri, quelle famose promesse formali di presenza in pista negli anni a venire.

Ovvero: il team di Mateschitz alla fine del 2011 insieme con la Ferrari era uscito dalla Fota per firmare un accordo commerciale più fruttuoso. Ecclestone in cambio ha preteso l’impegno a restare nel giro. Almeno fino al 2020, pare.

Non a caso, è del 2020 che parla anche la Williams come termine di un accordo bilaterale che per il momento resta insormontabile: “Fino al 2020 dobbiamo avere pazienza. Una volta scaduto il termine si potrà discutere e arrivare ad un metodo di distribuzione più equo tra le squadre. Voglio essere fiduciosa”.

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