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Quel messaggio sospetto (e illecito) a Vettel sul tabellone del muretto a Melbourne
venerdì 8 aprile 2016 · Dal paddock
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Si parla molto meno, l’hanno imposto le nuove regole. E quello che non si può dire per radio non si può dire nemmeno attraverso i tabelloni. La Fia già l’aveva scritto nel 2014 nella prima versione della nuova regolamentazione sulle comunicazioni, ma a scanso di polemiche Charlie Whiting l’aveva precisato un’altra volta a Melbourne quando è partito il mondiale: “Sui tabelloni si possono passare gli stessi messaggi che sono ammessi alla radio. Niente di più”.
Proprio a Melbourne, all’indirizzo di Vettel al muretto della Ferrari oltre al distacco da Rosberg è comparso un codice, LFS6 P1, incomprensibile apparentemente, che una squadra avversaria ha portato all’attenzione della Fia nel dubbio che rappresentasse l’indicazione di una regolazione e quindi un’infrazione della normativa che vieta gli aiuti ai piloti.
Sul manettino basso del volante della Ferrari effettivamente c’è un’impostazione che si chiama FS6, dovrebbe controllare le mappature. Per cui il sospetto ci sta. E il messaggio per la verità proprio regolare non è. O non lo sarebbe in circostanze normali.
Fatto sta che a Melbourne qualcosa ha scombinato la gestione elettronica: Autosport riferisce che diverse squadre, non solo la Ferrari, a seguito della bandiera rossa per l’incidente di Alonso alla Whiteford “hanno patito un po’ di bug”. Come se lo stop di 20 minuti non fosse stato correttamente conteggiato dalla centralina che di conseguenza, ma è un’ipotesi di F1WEB.it, ha toppato coi flussi di benzina. Di qui la necessità di una chiamata per correggere le impostazioni.
Insomma stavolta tutto ok e tutti assolti. Ma il clima resta sinistro e la Fia prova a tenere gli occhi aperti. Le telecamere, anzi: “Ce n’è una puntata su ogni muretto”, svelava Whiting. Perché ormai tutto desta sospetto: “Il numero dei giri esposto in rosso potrebbe significare qualcosa, in giallo qualcos’altro, in bianco qualcos’altro ancora”. Ma qui siamo alla paranoia. Forse.