Quell’assurda tragedia a Kyalami: il 5 marzo 1977 l’incidente di Tom Pryce
domenica 6 marzo 2016 · Amarcord
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Lo sguardo dei soccorritori nelle foto e nelle clip dell’epoca dice abbastanza sullo strazio che si trovano di fronte. Ha una dinamica assurda la tragedia che si consuma a Kyalami il 5 marzo del 1977 al Gran Premio del Sudafrica, nell’epoca in cui la questione della sicurezza in pista si fa decisamente più sentita.
Sotto la tribuna della curva Kink al giro 22 si ferma la Shadow di Zorzi, la benzina sta andando a fuoco per un’anomalia al motore. Il protocollo d’azione dei commissari prevede che in caso d’incendio s’intervenga in quattro, due per spegnere le fiamme e due per assistenza nel caso in cui gli estintori non bastino.
La Kink è una piega prima del rettilineo principale, c’è un dosso che copre la visuale. E i commissari sono dalla parte opposta rispetto alla tribuna. Due di loro attraversano impulsivamente e incoscientemente la pista con gli estintori in braccio. Uno viene schivato, l’altro no: si chiama Frederik Jansen van Vuuren, è uno studente olandese di 19 anni, è dilaniato dall’altra Shadow, quella di Tom Pryce. Viene identificato quando non risponde alla chiama finale. Sull’episodio c’è la testimonianza di un vecchio meccanico della Tyrrell:
Mi ricordo questo incendio sulla macchina del compagno di squadra di Pryce. E poi ho l’immagine della macchina di Tom che scende lungo il rettilineo. Mi sembra di ricordare una leggera decelerazione, molto anticipata rispetto al punto in cui uno se l’aspetta. Vidi qualcosa che volava sulla macchina, si trattava di quel commissario…
Nell’impatto l’estintore colpisce Pryce sul casco e l’ammazza. È un urto devastante, un estintore pesa quasi venti chili, in rettilineo si arriva a 250 all’ora.
La macchina di Pryce è senza controllo, striscia contro il guardrail, ritorna in pista e si fa tutto il rettilineo fino alla staccata, dove travolge la Ligier di Laffite alla Crowthorne prima di fermarsi contro le barriere. E lì medici e commissari hanno poco da fare.
La corsa cinicamente va avanti, finisce con il successo di Lauda che negli ultimi giri perde acqua dai radiatori quando prende sotto la scocca i detriti della Shadow. È quella la gara del ritorno alla vittoria dopo il rogo del Nurburgring: “Ma capite – riporta Niki – che non avevo nessuna voglia di festa”.