Qualifiche del Gran Premio di Singapore: dallo scivolone della Mercedes alla pole di Vettel

sabato 19 settembre 2015 · Gran Premi
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S’è spostato l’equilibrio, l’umidità della notte ha ribaltato la vecchia gerarchia: Ferrari e Red Bull si prendono le prime due file dello schieramento del Gran Premio di Singapore, cacciano di prepotenza la Mercedes in terza, a un secondo a mezzo dalla vetta. È di Vettel la pole position davanti a Ricciardo, è la prima di Seb in rosso, coi rispettivi compagni di squadra alle spalle.

Risaliva al Gran Premio di Germania del 2012 l’ultima pole del cavallino rampante, l’aveva segnata Alonso sotto l’acqua. E sempre sul bagnato era arrivata quella precedente, a Silverstone con l’ingresso in extremis in Q3. Significa che per trovare una pole della Ferrari in condizioni normali bisogna andare indietro di cinque anni, scorrere le pagine degli archivi fino al 2010. Singapore anche in quell’occasione, in una sessione al cardiopalma con l’angoscia del motore che stava per spegnere le mire di Alonso.

Adesso piomba come un macigno la prima sconfitta dell’anno per la Mercedes in qualifica. E tra l’altro da quando è partita l’epoca dell’ibrido, la stella a tre punte s’era piegata solo alla Williams di Massa a Spielberg l’anno scorso.

Insomma le prove ufficiali di Singapore sorprendono pure le statistiche: “E dire che – commenta Ricciardo – ieri dopo le prove libere pensavamo che le Mercedes si stessero nascondendo. Invece a quanto pare non sono a loro agio questo weekend”.

Pirelli ha ridefinito un’altra volta le pressioni minime, ha mischiato ancora le carte. C’entra il fattore gomme, nel senso che “per qualche motivo – spiega Hamilton – non funzionano sulla nostra macchina. Le scaldiamo come gli altri, facciamo i giri di lancio come gli altri, poi finiamo il giro e siamo un secondo e mezzo dietro”.

Ma l’esito delle qualifiche di Singapore è soprattutto il risultato della strategia di sviluppo degli avversari che dall’estate investono sulla tappa di Marina Bay, consapevoli del fatto che laggiù, un po’ come a Montecarlo e Budapest, il motore conta meno e la differenza può farla il telaio con un buon pilota.

Tant’è che la Red Bull a Monza ha anticipato l’installazione di un certo numero di componenti critici, ha saldato il conto delle penalità con la Fia e ha sacrificato un Gran Premio dove chance comunque non ne aveva. E adesso si gioca la gara contro la Ferrari nella città del leone.

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