Gomme e furberie, Pirelli aguzza la vista: si può eludere il vincolo sulla pressione

lunedì 7 settembre 2015 · Tecnica
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Ancora gomme. Pure a Monza erano caldissime, il tema più dibattuto, già prima del giallo sulle regolazioni di Hamilton. Aveva seminato il panico l’indiscrezione che era partita giovedì dalla stampa tedesca e dava per certa la ridefinizione delle pressioni, 5 psi in più, praticamente un aumento del 25% rispetto ai vecchi valori. Troppo perché fosse vero.

L’anticipazione però l’aveva sentita anche Hamilton: “Sarebbe un disastro”. Alla fine i parametri sono cambiati davvero, ma sui numeri la gola profonda non ci ha preso: si è saliti di un’unità soltanto, da 20 a 21 psi per le anteriori, da 18.5 a 19.5 per le posteriori.

Per la cronaca, Pirelli ha fatto modificare anche gli angoli di camber, sono diventati 3 e 2 rispettivamente, mezzo grado in meno sia avanti che dietro. Insomma roba da niente rispetto agli allarmi. Soprattutto, la Fia non ha vincolato nulla che non fosse già vincolato prima.

Ad ogni modo, era un intervento che arrivava dopo i fatti del Belgio e come tale faceva discutere. Paul Hembery lo motivava con lo sviluppo delle macchine: “Si va sempre più forte, si accelera con gli upgrade proprio nella seconda parte del campionato. Questi nuovi parametri dovrebbero permettere ai piloti di estrarre il massimo della prestazione e della durata”.

Già, la durata. In pratica con l’usura la temperatura del battistrada si riduce, per cui l’aria della camera si raffredda e la pressione si abbassa. Col rischio che la gomma non regga i carichi. Di qui l’esigenza di imporre pressioni più alte per compensare il calo fisiologico.

Oltre che tecnico, il tema comunque è anche giuridico. E il caos dopo la bandiera a scacchi di Monza l’ha dimostrato. Le prescrizioni si riferiscono alle gomme che escono dai box, sulla base del presupposto che poi in esercizio la pressione aumenti per effetto del riscaldamento. Invece c’è il sospetto che i team eludano il requisito sulla pressione minima, in modo da viaggiare su valori leggermente più bassi a vantaggio della performance.

Il modo per farlo c’è. Più d’uno per la verità. La testimonianza l’ha raccolta motorsport.com, effettivamente “il set-up della macchina può promuovere la riduzione della pressione”. Oppure si può alzare la temperatura delle termocoperte, in modo che la pressione risulti in regola in uscita e poi s’abbassi in pista. Perciò s’era parlato di rivedere pure le disposizioni sulle termocoperte, abbassare la temperatura massima che invece è rimasta a 110 gradi.

Sta di fatto che sabato la lettera di Mario Isola di Pirelli ha ribadito a tutte le squadre che la pressione raccomandata va rispettata per tutto il periodo d’esercizio della gomma: “Se ci accorgiamo che le squadre stanno mettendo in pratica una nuova idea che può avere impatto negativo sulle gomme, dobbiamo intervenire. Non diciamo che qualcuno sta imbrogliando”. Però: “C’è una zona grigia”.

E per chi sgarra: “Daremo dei valori iniziali di pressione più alti, affinché siano in linea con quelli in esercizio”. E in questo caso le prescrizioni sarebbero su misura, diverse da team a team. Il problema è che il protocollo sulla tempistica dei rilevamenti non è univoco, per cui a Monza sono rimaste sole le buone intenzioni e Hamilton in palese violazione di 0.3 l’ha fatta franca.

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