Provato per voi: il sondaggio (lunghissimo) del sindacato dei piloti sulla Formula 1
sabato 23 maggio 2015 · Media
tempo di lettura: 3 minuti
Va fatto, per devozione, l’ennesimo sondaggio che chiama in causa i tifosi. Quindi pronti, partenza ed è subito bandiera rossa. Sull’ipad il link non funziona. Il futuro s’è già fermato. D’accordo, mezzi tradizionali, personal computer. Va. Benvenuti. L’immagine rassicurante di Vettel, Wurz e Button che invitano a “contribuire a plasmare il futuro della Formula 1”. Andiamo.
Informazioni generali, paese, sesso, occupazione. Di fianco l’effigie dell’Alonso pensante. Due schermate di domande e siamo solo al 3%: si preannuncia una maratona, fisica e anche mentale perché certe diciture bisogna decifrarle. Tipo: “Il team che tifo la dice lunga su di me”. Mah.
Ricciardo che ride, chiede del rapporto con la Formula 1: “Quante gare segui”. Meno di cinque, meno di dieci, più di dodici, non è previsto che uno le veda tutte. Sarebbe un eroe, gli eroi non esistono. E ‘ste gare dove le vedi? Opzione sibillina: “Su altre piattaforme”, che vuol dire streaming selvaggio sul web. Una realtà. Poi la proposta, spostare giorno e orario dei Gran Premi: domenica mattina, sabato sera, oppure la sera a metà settimana, tipo le coppe. Geniale.
Tocca a Gutierrez, in traduzione maldestra: “Sta cercando bene”. Cosa, chissà. Si parla di gare, quelle “essenziali”, vanno scelte da un elenco che annovera anche Argentina, Azerbaigian, India, Qatar, Sudafrica e Turchia. Si può scrivere la cifra che uno è disposto a spendere per entrare in autodromo.
Spunta Ericsson, col faccione di uno che s’è appena svegliato. Invita a persistere: “Stai facendo grandi progressi”. Come i suoi. Sono passati dieci minuti e siamo al 35% appena. C’è di nuovo Button: “Parliamo di piloti e team”. Anche di social media. Pare abbiano un profilo Alain Prost, Alan Jones e Jacques Villeneuve, si possono spuntare, ma forse è un trabocchetto. Vada per loro, dai. Ancora sui piloti, la domanda da bar: “Chi sono i tre più forti di tutti i tempi”. La lista non contempla Ide, Apicella e Yoong accidenti.
Entriamo in zona Arrivabene, deve averla suggerita lui la prossima domanda: “Quale decennio ha prodotto le vetture più belle”. Non solo: come le vorresti domani. Le proposte: le concept car di Red Bull e Ferrari, la delta wing di Nissan. Quella di Newey è alto livello.
Altra sezione: “Siamo vicini alla fine”, ce lo promette Perez. La barra di avanzamento invece dice che siamo ancora al 60%. Spettacolo, standardizzazione, rumore dei motori, efficienza del carburante. Venti minuti, tre quarti di sondaggio. Coulthard incoraggia: “Spingi”. Vuole delle parole da associare alla Formula 1, si può mettere “stilosa, florida, minacciosa, fresca”. Roba che manco il peggior traduttore automatico della galassia.
Si tocca veramente tutto, comunque. Anche la questione dell’accesso alla griglia di partenza: “Dovrebbe essere riservata solo al personale dei team”. Verissimo, se non altro per salvaguardare i piloti dalle domande di Stella Bruno.
E siamo allo spettacolo, croce e delizia. Qualche idea sensata: punti al giro veloce e alla pole. Qualche altra è più balzana, alla Ecclestone: “Gara addizionale riservata ai terzi piloti, sistema di irrigazione per bagnare la pista in maniera random, punteggio doppio per ultime tre gare, sistema ad handicap con zavorre, griglia invertita”.
Il traguardo ancora non si vede, si parla di sponsor. La concentrazione è andata. Alonso evidentemente legge la stanchezza in faccia alla gente e dà coraggio: “La bandiera a scacchi sta sventolando”. Ultimo sforzo, è finita.
Per chiudere vogliono nome, cognome e indirizzo email: “Per creare una community con i fan”. La solita scusa per prenderti i dati. Invio. Neanche una caramella come premio alla pazienza. Ingrati.