Positivo alla cocaina: l’antidoping pesca Franck Montagny in Formula E
sabato 3 gennaio 2015 · Fuori tema
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S’era detto fosse malato, Franck Montagny in occasione della terza tappa del campionato di Formula E per macchine elettriche, in Uruguay a Punta del Este il 13 dicembre. La verità arriva sull’Equipe con la prima edizione dell’anno nuovo: assente perché pescato dalla rete dell’antidoping, positivo a un metabolita della cocaina.
Il controllo risale al 22 novembre, alla gara di Putrajaya: “Già prima dei risultati, già da quando ho fatto il test – dice lui – non avevo dubbi sul risultato. Ho fatto un errore, non voglio nemmeno chiedere le controanalisi”.
Non cerca attenuanti e non cerca scuse. Ma svela una situazione personale delicatissima, una separazione in corso, le difficoltà a rilanciarsi nell’automobilismo dopo la chiusura del programma di endurance alla Peugeot: “Non so alzare il telefono per vendermi. Stavo già mettendo da parte i caschi”.
Viaggia consapevole verso l’oblio, giusto e ineluttabile destino a cui s’è condannato. Campione in World Series by Nissan nel 2003, poi collaudatore per Renault in Formula 1 fino al 2005, quindi titolare in Super Aguri nel 2006. E ancora: A1 Grand Prix, Champ Car, American Le Mans Series, un secondo posto nel 2009 alla 24 di Le Mans. “Non un campione, però ero veloce. Mi sono rotto una gamba, ho corso con le costole rotte senza dirlo perché in auto stavo bene”.
Prima di lui, la rete dell’antidoping nel 2012 aveva pescato Tomas Enge, positivo già nel 2002, alla marijuana, ai tempi della Formula 3000.
Nei motori le sostanze proibite non sono una piaga come altrove. Anzi non lo sembrano. Perché comunque la Fia tra tutti i campionati che organizza controlla meno del 2 per cento dei piloti. Ancora troppo pochi per stare al di sopra dei sospetti.