Gran Premio di Russia 2014, qualifiche

sabato 11 ottobre 2014 · Roundup
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Poca voglia di parlare, sguardi spenti e teste basse. È netto il contrasto coi colori accesi del villaggio olimpico e del luna park. La mente è altrove, tous avec Jules, tutti con Jules, come recitano gli stickers che Vergne ha fatto preparare e ha chiesto di mettere sui caschi. Eppure, irritano certi sentimentalismi troppo spinti: “Lui – dice Grosjean – avrebbe voluto che corressimo”. Lui avrebbe voluto poca ipocrisia. Si corre perché c’è un impegno. Stop.

#ForzaJules. Nella lista degli iscritti avevano fatto inserire Alexander Rossi, i meccanici avevano anche regolarmente assemblato il telaio. Poi alla fine Marussia non se l’è sentita di correre con due macchine, “per rispetto verso Jules e la sua famiglia”. E la serranda davanti al garage di Bianchi è rimasta giù.

Senza pretese. Poca carne al fuoco nell’ennesima qualifica a senso unico: Mercedes detta legge, Hamilton dà 2 decimi a Rosberg. Solo un sussulto, il traversone di Bottas che all’ultima curva si gioca la prima fila e rimedia la terza piazza davanti a Button.

Le anomalie. L’aria di casa gli mette brio anziché pressione: Kvyat piazza la Toro Rosso in P5, tiene alto il morale a una settimana dalla promozione in Red Bull in proiezione 2015. E succede proprio mentre Vettel che deve lasciargli il posto si fa eliminare in Q2.

Su un binario morto. Sono ottavo e nono Alonso e Raikkonen, su una macchina che apparentemente non soffre di guai specifici: “Sembra ok. Se fossimo stati qui da soli a fare un test – il commento di Matador – avremmo detto che fosse tutto a posto”. La conferma che la Ferrari F14-T è al capolinea di un percorso di sviluppo mai elettrizzante.

La pista. Un misto tra Valencia e Abu Dhabi, tanti muretti, tante reti di protezione, dieci curve su diciotto sono ad angolo retto. E chissà come, ai piloti Sochi è piaciuta. Hamilton: “Un circuito divertente”. Bottas: “Tecnico, non semplice. Una sorpresa positiva”. Perfino Vettel: “Meglio dal vivo che al simulatore”. Ma Seb fa un appunto sull’ingresso della pit-lane: “Con tutto lo spazio che c’è non capisco perché l’hanno fatto così stretto”.

Da che pulpito. È tornato. E fortunatamente non corre. Vitaly Petrov fa il commentatore per la televisione russa, dice la sua sul mercato, attacca i piloti con la valigia. Proprio lui che grazie ai finanziamenti del governo russo aveva ottenuto la Renault nel 2010 e la Caterham due anni dopo al posto di Trulli.

Il bullo. Si era filmato mentre percorre le vie di Monaco e sgasa con una Pagani Zonda, non ci sono prove che abbia infranto i limiti di velocità, ma Hamilton con un video su Twitter dieci giorni fa ha indispettito i fan che tanto l’hanno tartassato da farglielo rimuovere. In tema di violazioni del codice della strada Lewis ha un precedente infelice che risale al 2010, una multa di 500 dollari per eccesso di velocità e guida pericolosa fuori all’Albert Park.

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