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Il tempo delle accuse: caccia alle responsabilità dietro l’incidente a Bianchi

lunedì 6 ottobre 2014 · Gran Premi
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L’alba del giorno dopo, quella delle analisi e delle accuse ragionate dopo la caccia disordinata al colpevole. Lotta ancora per la vita Jules Bianchi all’ospedale universitario di Yokkaichi, il verso del suo destino resta indefinito, il paddock prega, ma si fa anche mille domande sulle responsabilità di un incidente che per tanti aspetti ricorda la tragedia di Maria de Villota ai test a Duxford.

La Marussia, il trauma cranico, una circostanza sfortunata e una negligenza: allora era il camion con la rampa di carico abbassata, stavolta la gru nella via di fuga senza l’uscita preventiva della la safety car che automaticamente farebbe scattare la procedura che dal 2010 fissa il delta sulla velocità massima.

Ma sulla prassi d’intervento, non vede colpe perfino Lauda: “Era un incidente fuori traiettoria, in circostanze normali non ne avremmo nemmeno parlato”. Il precedente, anche recente, risale al Gran Premio di Germania: lì Charlie Whiting concede l’intervento della gru senza neutralizzazione, pure quella volta per la Sauber di Sutil. Però in rettilineo, sull’asciutto e con visibilità perfetta.

A Suzuka invece il buio è un fattore, “perché verso la fine è aumentata la pioggia, quindi – osserva Sutil – si è fatto scuro e non si vedevano più dove fossero le pozzanghere. Perciò ho perso la macchina e perciò l’ha persa Bianchi al giro dopo”. Tra quelli che accusano c’è anche Massa: “Urlavo e chiedevo di fermarci. Bisognava dare bandiera rossa almeno cinque giri prima”.

Venerdì quando la minaccia del tifone è passata sottogamba e l’accordo per correre sabato è saltato, s’è cominciato a discutere di anticipare perlomeno la partenza in modo da evitare la combinazione critica di acqua e penombra: “Ma è l’organizzazione – riferisce Matteo Bonciani, il portavoce ufficiale della Fia – che decide. Ci sono degli interessi”.

Sutil dice che il parere dei piloti non l’ha voluto sentire nessuno. Ma a posteriori, la condanna non è unanime. Bottas: “Abbiamo gareggiato altre volte in condizioni perfino più difficili”. Hamilton: “Se parliamo di aquaplaning, beh vi dico che ho visto corse peggiori”.

Lewis però cita un punto importante: “Verso la fine, quando ha ripreso a piovere con una certa intensità, la temperatura delle gomme s’è abbassata”. Bianchi i pneumatici li aveva cambiati 17 giri prima, ormai correva con le intermedie logore. A chi sceglie l’assetto per l’asciutto il sabato, il regolamento concede soltanto una serie limitata di regolazioni in parco chiuso se nella notte arriva la pioggia.

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