Sempre più distanti, Marchionne sfiducia Montezemolo: “Nessuno è indispensabile”
lunedì 8 settembre 2014 · Mercato
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Il motore di Alonso si ammutolisce alla prima variante di Monza, Sergio Marchionne quasi in contemporanea a Cernobbio dal Workshop Ambrosetti stronca Luca Cordero di Montezemolo: “Sostituirlo non è in agenda, però nessuno è indispensabile. Noi siamo al servizio dell’azienda. Quando un’azienda cambia idea o non c’è più convergenza degli obiettivi, le cose cambiano“.
Sono sempre più distanti, l’amministratore delegato di Fiat-Chrsyler e il presidente della Ferrari. Dal 1° agosto Montezemolo è fuori dal consiglio d’amministrazione del nuovo gruppo industriale che congiunge Torino e Auburn Hills; a maggio non era a Detroit per la presentazione dei piani quinquennali. Gli arabi invece lo vogliono a guidare il prodotto della fusione tra Alitalia e Etihad, dopo che lui, per volontà del governo italiano, ha mediato la trattativa.
Perciò la lettura più ovvia dà Luchino in partenza da Maranello, dove qualcosa s’è rotto mentre qualcosa si sta componendo altrove.
Montezemolo sabato era a Monza, assediato dai giornalisti davanti al motorhome della Ferrari. Spiegava: “Ho dato la mia disponibilità per un impegno di altri tre anni. Se ci sono novità il primo a darle sarò io”. Non è un giuramento di fedeltà al Cavallino. Piuttosto, la conferma che le novità possono starci e le sorti sono in mano a qualcun altro. Marchionne, appunto. Che domenica, da Cernobbio, gli manda a dire:
Ferrari è controllata da Fiat. Noi abbiamo il 90% e il restante 10% è di Piero Ferrari. L’abbiamo fatta gestire da Montezemolo per un periodo di tempo per due ragioni, l’indipendenza del produttore e il posizionamento del prodotto. Per questo era importante che si separasse dalla Fiat.
Ma ci sono due elementi della Ferrari che per noi sono importanti. Uno, i risultati economici, su cui Montezemolo ha fatto un ottimo lavoro e su cui gli ho fatto anche i complimenti. E poi c’è la gestione sportiva. Il cuore della Ferrari è quello di vincere in Formula 1. Invece sono sei anni che non vinciamo. Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo. Abbiamo un box super. Non possiamo partire tra il settimo e il tredicesimo posto.
In pratica separa le questioni. Le vendite da un lato, lo sport dall’altro. Ma il peso è lo stesso. E “vincere in Formula 1 – assicura – non è un obiettivo negoziabile“. Del resto, le competizioni vivono su “una legge inesorabile, quella dei risultati”. L’aveva ribadito Montezemolo a proposito di Stefano Domenicali, giusto sabato pomeriggio.