PHOTO CREDIT · Red Bull Racing
Niente soldi, affonda il progetto di correre a New York. Senza troppo rammarico
mercoledì 3 settembre 2014 · Politica
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Affonda un po’ alla volta il progetto di portare la Formula 1 nel New Jersey per il secondo Gran Premio in America. Il dato significativo è che Bernie Ecclestone già ci ha messo una pietra sopra. Svela: “Laggiù hanno gli stessi problemi che avevano all’inizio, non è cambiato niente”.
Sboccia nel 2011 l’idea di una corsa su un tracciato non permanente con vista su New York, un circuito cittadino a Weehawken che sfrutta le arterie a quattro corsie accanto all’Hudson, nella zona di Port Imperial dove i traghetti vanno e vengono da Manhattan. Per gli organizzatori, “lo scenario di Spa con le sensazioni di Montecarlo”.
Con costi anche irrisori: “Rispetto ad Austin, noi costiamo un penny”. Invece proprio i soldi diventano e restano un dramma. Oggi Ecclestone dice su Forbes:
Due o tre finanziatori mi avevano confermato che avevano un accordo con Leo Hindery (del comitato di promozione, ndr) e che avrebbero messo i fondi. Se Leo oppure io avessimo investito dei soldi, la gara sarebbe andata avanti perché le squadre morivano dalla voglia di fare una corsa dalle parti di New York.
Già, le squadre. Perciò Bernie ha cercato la soluzione alternativa per salvare la location: firma una proroga dopo l’altra, prova a coinvolgere Chalerm Yoovidhya che detiene il 51% della proprietà del marchio Red Bull e vuole la Formula 1 in Thailandia; dirotta in New Jersey le reti di protezione e le barriere che nel porto di Valencia restano in mano ai vandali.
Ma Hindery i soldi non li ha mai trovati, nemmeno con le agevolazioni del governo di Obama a favore degli autodromi nel complesso delle norme per schivare il baratro fiscale.
In calendario Ecclestone deve infilare Azerbaigian e Messico. Con un pensierino a Grecia e Sudafrica. Dice Marco Mattiacci nell’intervista coi tifosi: “È importante allargare il bacino della Formula 1 fisicamente e mediaticamente a più paesi”. Ma più di venti appuntamenti le squadre non vogliono correrli. Lo smottamento a New York apre nuove strade di marketing senza troppo rammarico.