PHOTO CREDIT · Daimler / Hoch Zwei

Gran Premio di Monaco 2014, gara

domenica 25 maggio 2014 · Roundup
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Ai test si scambiavano le stampe della telemetria, passa una settimana e non si scambiano nemmeno uno sguardo. Montecarlo vive su un capitolo nuovo, di sospetti, diffidenza e dispetti. Va a Rosberg un round da separati in casa dopo il giallo delle qualifiche. Hamilton difende la piazza d’onore, ma ancora sente puzza di truffa, lui che s’ispira a Senna e come Senna cova vendetta.

Lie to me. Torna in testa al mondiale, fa il bis della vittoria del 2013, sminuisce l’attrito: “Ci conosciamo da tanto. Ci parleremo. Certe polemiche le montano i giornalisti”. Non ci vuole Cal Lightman per scoprire che Rosberg a riallacciare il rapporto non ci crede per niente. Altrimenti lo sgambetto della frenata dietro alla safety car se lo risparmiava.

Psycho. Sbraita alla radio perché non condivide la tempistica dei pit-stop, sostiene che il motore perda cavalli, rischia la posizione mentre lotta contro il graining e contro la polvere sotto la visiera. Alla fine apre lo champagne per conto suo. Hamilton sente la stretta del contrasto. Giocava di psicologia prima di atterrare a Monaco: “Ero povero, non avevo niente, dormivo sul divano. Nico invece viveva nel jet-set”. Stile zero.

Toro e toro. Il destino continua a presentargli il conto per la buona sorte che gli ha elargito in quattro anni d’oro: non va lontano Vettel, fa solo quattro giri e resta piantato in prima marcia. Per contro, vola sempre più in alto Ricciardo, mette pressione addosso a Hamilton, centra il podio di Monaco al primo tentativo con una macchina top.

Bleah! Fa uno scatto poderoso alla partenza, da sesto schizza quarto, sale terzo dopo il ko di Vettel, poi la gara prende una brutta piega quando Chilton gli buca la posteriore destra in un doppiaggio: lì Raikkonen piomba in fondo, fa qualche numero con Kobayashi, torna a punti e li perde nell’attacco a Magnussen a quattro dalla fine. “Da schifo”, lo dice lui stesso. Ma era più in palla di Alonso. Che intanto ne approfitta e arriva quarto.

Ohibò. Davanti a Magnussen, Ericsson e Raikkonen, il nono posto di Bianchi porta in un colpo solo due punti alla Marussia che corre dal 2010 e in quattro anni mai ne aveva raccolti. Un colpaccio nel giorno in cui la stampa malese scrive che Fernandes vuole sbarazzarsi della Caterham e uscire dai giochi: oggi è il suo team il fanalino di coda della griglia, anche per le classifiche.

Fuori posto. Maldonado non parte per la ricognizione, lascia un vuoto sulla griglia che coglie in fallo Bianchi, Gutierrez e Kobayashi che a catena sbagliano a schierarsi e si prendono cinque secondi di stop-and-go per ciascuno. Bianchi se ne becca anche altri cinque sul tempo dell’ordine d’arrivo perché la sanzione in gara la sconta con la safety car.

Justin chi? In giro per la Costa Azzurra, tra il festival di Cannes e la gara di Monaco, c’era Justin Bieber che sabato ha twittato il selfie con Ecclestone. Ci ha provato anche con Alonso prima delle qualifiche, ha chiesto d’incontrarlo e ha avuto il due di picche. “Ora sono impegnato”, gli ha fatto sapere Matador.

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