Senna, 20 anni dopo: Driven to perfection, origini e ragioni della griffe di Ayrton
martedì 22 aprile 2014 · Amarcord
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Arriva in Europa con una valigia da diecimila sterline per trovarsi una sistemazione nelle competizioni. Sbaraglia la Formula Ford 2000, conquista il campionato britannico e quello europeo, nel 1983 domina la Formula 3 malgrado una serie di eccessi imperdonabili che occasionalmente gli costano la vittoria. Tra autostima e determinazione, Ayrton Senna si fa un nome.
Su un volo da Londra ad Amsterdam capita accanto a Frank Williams che gli offre un test a Donington sulla FW08C. Il giorno della prova, Williams arriva in ritardo e si perde le evoluzioni di Ayrton che strabilia i meccanici. Racconta uno: “Telefonai a Patrick Head per riferirgli i tempi di Senna. Mi chiese di mettergli più benzina a bordo per rallentarlo un po’. Il problema è che stavamo girando leggeri, ma non certo in assetto da qualifica”.
Senna va un secondo e mezzo meglio di Jonathan Palmer che conosce la macchina a menadito. Il cronometro è dalla sua parte anche a Silverstone, quando prova la McLaren nel confronto con Martin Brundle e Stefan Bellof. È promosso, ma né Williams né McLaren hanno posto per un esordiente nel 1984.
E così Ayrton in Formula 1 ci arriva con la Toleman di Alex Hawkridge, “la squadra ideale – commenta – per crescere e cominciare a imparare i segreti della Formula 1”. A John Watson resta stampato nella testa un episodio che risale alle qualifiche di Brands Hatch: “Ho assistito a una cosa che non avevo mai visto e che nessuno aveva mai fatto prima in una macchina da corsa. Era come se Senna avesse quattro mani e quattro gambe. Frenò, scalò la marcia, girò il volante e accelerò. La macchina sembrò muoversi su un filo. Tutto in due secondi, con una padronanza impressionante che mi fece spalancare gli occhi”.
È sbigottito anche Enzo Ferrari, che alla fine non riesce a metterlo sotto contratto: “Al coraggio unisce un talento tecnico che sta affinando e che lo porterà lontano”. Ovvero: dalla Toleman alla McLaren passando per la Lotus. Nell’arco di dieci stagioni complete Senna corre 162 gare, ma resta scrupoloso come ai tempi dei kart: “Non gli potevi nascondere niente. Se aveva un dubbio nel cambio – raccontano i vecchi meccanici che l’hanno assistito alla Lotus – te lo faceva smontare tutto”. La sua griffe diventa Driven to perfection. E non è un caso.