Todt contro Vatanen: frecciate e sgambetti nella corsa alla presidenza della FIA
giovedì 15 ottobre 2009 · Politica
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Si sono incrociati sulla griglia di partenza a Singapore e si sono stretti la mano. Un saluto di circostanza, non troppo lungo perché Jean Todt e Ari Vatanen, i candidati alla Presidenza della Federazione Internazionale, si rispettano ma non si risparmiano frecciate e sgambetti nella campagna elettorale verso Place de la Concorde.
Todt, francese, 63 anni, è stato navigatore nei rally, dirigente sportivo della Peugeot, direttore generale nonché amministratore delegato della Ferrari. Per la FIA già si occupa di sicurezza stradale. E ha ottimi agganci, perché è lui il delfino di Max Mosley.
Ad affrontarlo, Vatanen, finlandese, 57 anni, rallysta, miracolato nel 1985 dopo l’incidente in Argentina, europarlamentare per 10 anni dal 1999 al 2009. Non parte favorito, ma contro Todt una volta ha già vinto: nel 1981 nel Mondiale Rally, quando lui guidava la Ford Escort e Todt era il navigatore sulla Peugeout di Guy Frequelin.
Si sfidano di nuovo, in una prova speciale su un percorso che non ha né asfalto né sterrati, per qualcosa che vale anche più di un campionato del mondo e li autorizza a giocare sporco.
Il programma di Todt propone sostenibilità, innovazione, lavoro di gruppo. Vatanen invece ha un solo punto fermo, la trasparenza che è mancata alla FIA sotto la gestione di Mosley e che manca anche nella campagna elettorale: “Todt per esempio si fa propaganda a spese della FIA e gode di un aereo privato”.
La Federazione chiarisce: “Vatanen ha mal interpretato gli obiettivi delle campagne della FIA”. Perché Todt ufficialmente si muove per eSafety Aware, l’organizzazione che promuove la sicurezza in auto. Ma non è un mistero che tappa per tappa chieda voti ai club e alle federazioni locali, quelle che il 23 ottobre dovranno scegliere il nuovo presidente.
Todt non replica. Lascia che a parlare sia chi lo sta lanciando e cioè Mosley: “Il fatto è semplice, Vatanen perderà le elezioni e perderà male, perché ha scelto di denigrare la FIA e quelli attualmente in carica, anziché fare una campagna costruttiva e civile”.
E ancora: “Non ha mai gestito nulla, non è stato capo neanche di una piccola organizzazione, non ha idea di come funzionano le cose. Non era neanche lui a gestire la sua macchina rally, perché c’era un co-pilota per quello”.
Mosley ha il dente avvelenato, vuole che sia Todt a mandare avanti i lavori, con continuità di idee e probabilmente anche di metodi, e soprattutto con lo stesso apparato di collaboratori.
Vatanen insiste: “Non è corretto che Mosley voglia imporre un nuovo leader con l’appoggio del direttivo. La Federazione non è un regno, è una repubblica nella quale i rappresentanti sono eletti democraticamente”. Ne ha fatto uno slogan: “Se non volete cambiare, non mi votate”.