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Punti doppi all’ultima gara e numeri fissi dal 2014: cui prodest?
martedì 10 dicembre 2013 · Regolamenti
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Non passa la proposta indecente di obbligare le squadre a fare almeno due pit-stop, ma dalla riunione del Gruppo Strategia – quella specie di cosca che non ha mai convinto del tutto i piccoli team – escono comunque due novità pesanti. E succose, con effetto immediato: il raddoppio dei punti nell’ultima corsa dell’anno e la liberalizzazione dei numeri d’iscrizione.
La prima è una mossa che viaggia spudoratamente nella direzione dell’intrattenimento puro perché con i punti doppi nell’ultimo Gran Premio – all’americana, come nella Nascar – si riducono a dismisura le possibilità che i titoli vengano assegnati in anticipo.
A Vettel – e non solamente a lui – l’idea non scende per niente: “Io preferisco le vecchie tradizioni”. Niente di nuovo, dal momento che in tema di punteggi la Formula 1 e le tradizioni già non si parlano dal 2010 quando la Fia ha pompato a dismisura i valori dei piazzamenti e ha compromesso ogni raffronto con la storia.
Piuttosto, lo sport adesso cerca l’argine per tenere in piedi campionato e audience anche nelle stagioni coi destini già scritti. Come il 2013. Perché fondamentalmente il circo dei motori resta un business e bisogna preservarlo. Anche nell’interesse delle squadre, che nel Gruppo Strategia rappresentano uno dei tre vertici e pertanto sono responsabili della riforma nella stessa misura in cui sono responsabili la Fia e le società di Ecclestone.
È la logica dei soldi a spiegare anche l’altra rivoluzione, quella che invece ai tifosi è piaciuta di più: numeri fissi per tutta la carriera, ognuno si sceglie il suo, il campione del mondo usa il numero 1 se gli garba, gli altri pescano da 2 a 99.
Si alimenta di fatto quel senso d’appartenenza che la storia in certi casi epici già ha plasmato: tipo il 27 di Villeneuve, il 5 di Mansell. Ma si creano pure delle simbiosi potentissime che per il marketing valgono una cifra. Chiedi 46, ti rispondono Valentino Rossi.