La Formula 1 scappa da Magny-Cours. Ecclestone adesso vuole Parigi (o Disneyland)
giovedì 28 giugno 2007 · Politica
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Resterà nella storia come la pista che nel 2002 ha incoronato Schumacher già a luglio con larghissimo anticipo sulla conclusione della stagione. Per il resto, Magny-Cours sparirà, dal calendario e dal cuore. Peter Windsor su F1 Racing scrisse che “gli sponsor non ci vanno perché è troppo lontano da Parigi e i giornalisti fanno gruppo a sé, bevono birra o guardano le partite di calcio nei motorhome”.
È che Magny-Cours proprio non piace, nemmeno per farci i test, dal momento che a pochi passi dalla Costa Azzurra c’è un gioiello di tecnologia come il Paul Ricard che riproduce infinite combinazioni di curve. Miste, lente, veloci, tutto quello che serve alle squadre.
La verità è che se la Formula 1 vuole restare in Francia deve spostarsi su scenari più vivaci. Forse gli Champs Élysées o Disneyland Paris.
Lo chiede, anzi lo pretende, Bernie Ecclestone: “Paragonare un circuito come Istanbul a quello di Magny-Cours è come confrontare la civiltà sviluppata con il terzo mondo, è una sfida persa in partenza”.
Il punto debole di tutta la regione restano le infrastrutture. Il governo francese nel 1991 promise autostrade a sei corsie e non le ha mai realizzate: “Il mio punto di vista – sostiene Flavio Briatore – è che Magny-Cours non rappresenta un buon esempio per la Formula 1 del futuro. Abbiamo bisogno di hospitality, alberghi e servizi che lì sono praticamente inesistenti”.