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La notte porta soldi: il fascino stuzzicante delle corse sotto i riflettori

mercoledì 18 settembre 2013 · Politica
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La Formula 1 con la luce artificiale, dal 2014 in Bahrain per festeggiare il decennale del Gran Premio. Ci sta pensando pure Melbourne. Ad Abu Dhabi il Gran Premio scatta al tramonto e finisce di sera. Anche la Thailandia voleva la notturna a Bangkok prima che il governo vietasse le corse nel centro storico. La Malesia ha l’impianto d’illuminazione dal 1999, però ha fatto invecchiare le strutture del circuito. Ma la paternità delle corse sotto i riflettori spetta a Singapore.

Valerio Maioli, che nel 2008 ha partorito il progetto dell’illuminazione per la pista di Marina Bay, a F1WEB.it spiega quali sono i meccanismi che si nascondono dietro la frenesia di correre di notte: “L’idea venne ad Ecclestone per sopperire al calo di pubblicità televisiva durante le dirette trasmesse in orari europei strani. Perciò è evidente che tutta la zona del Pacifico, che rispetto a noi si trova più avanti con il fuso orario tra le 4 e le 9 ore se non anche oltre, rappresenta una potenziale area per disputare le gare in notturna“.

In questo il Bahrain è un’eccezione perché Manama paga solo un’ora di differenza rispetto al fuso di Roma. I benefici comunque vanno oltre l’ambito dei motori: “Mi piacerebbe che lo capissero gli organizzatori degli eventi. Il vantaggio – va avanti Maioli – non riguarda solo Ecclestone e i diritti televisivi, ma loro stessi, perché la gente che partecipa direttamente sul posto è tanta. Più del numero degli spettatori che frequentano le normali gare pomeridiane. Sono tre giorni di intensa vita cittadina che va dal primo pomeriggio del venerdì alle prime ore dell’alba del lunedì. Singapore docet”.

Tant’è che secondo la sede locale di Barclays, “la gara è importante, ma ancora più importanti sono gli eventi collegati”. Come i concerti: quest’anno si esibiscono Rihanna, i Killers, Tom Jones e Justin Bieber.

In tutto, per portare la Formula 1 a Marina Bay il governo e i privati spendono quasi 150 milioni di dollari locali. Sugli introiti invece i dati sono discordanti perché il ministero del turismo parla di un indotto di 200 milioni mentre la stampa ne calcola 140, al limite del break even point.

Il dato di fatto è che Singapore ha rinnovato il contratto con la Formula 1 fino al 2017 perché il circo dei motori a Marina Bay è soprattutto una questione d’immagine, al di là delle ricadute economiche: “Rafforza lo Stato non solo come posto di lavoro – fa sapere la CIMB, una delle banche principali nell’area asiatica – ma anche come posto di svago”. E senza la luce artificiale non sarebbe lo stesso.

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