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Red Bull (e le altre): le nuove regole sugli alettoni e la storia del tea-tray
lunedì 8 aprile 2013 · Tecnica
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L’aveva detto Newey alla presentazione della RB9: “Il nuovo regolamento ha richiesto una modifica notevole alla rigidità delle ali anteriori”. L’ha ribadito Vettel a Melbourne: “Le nuove norme sono uscite per impedirci di fare quello che facevamo meglio degli altri. O che gli altri non sapevano fare per niente”.
Da quest’anno il test degli alettoni anteriori è più severo perché i carichi di prova vengono applicati in tre punti dell’ala anziché due. Inoltre adesso la verifica viene condotta sia in senso longitudinale che trasversale e ai sensi dell’articolo 3.17.1 del regolamento tecnico la flessione massima che si deve registrare per effetto dell’applicazione di un carico di 1000 N scende da 20 a 10 mm.
Non è comunque una garanzia per bloccare i sospetti, considerando il fatto che dopo il pit-stop di Vettel ad Abu Dhabi nel 2012, è nata l’idea che sulla Red Bull la flessione all’anteriore non sia regolata esclusivamente dalla costruzione del profilo dell’alettone, ma dipenda soprattutto dalla deformazione della punta del musetto.
Insomma le squadre – tutte – giocano col fuoco. Prima di Pasqua omnicorse.it riferiva che alle verifiche tecniche di Sepang la Fia aveva trovato tre team che non erano in regola con lo schema dei tea-tray e sfruttavano i tiranti dello splitter per impiegare un assetto picchiato e prevenire comunque l’usura del fondo piatto.
L’irregolarità riguardava Red Bull, Mercedes e Lotus che però non hanno avuto né sanzioni né squalifiche, dietro promessa – sempre secondo omnicorse.it – di presentarsi in Cina con la macchina in regola. Uno scoop che ha agitato più i forum che il paddock. Anche perché appena è arrivato ai media esteri, sia Jennie Gow della Bbc che Tobias Grüner di Auto Motor und Sport hanno chiesto in giro e non hanno trovato conferme.