La sospensione perfetta: l’enigma eterno tra push-rod e pull-rod
giovedì 7 febbraio 2013 · Tecnica
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Sulla concezione della sospensione anteriore, anche nel 2013 le squadre hanno preso strade diverse. È il segno che dentro quel sistema complesso di variabili che è una macchina di Formula 1, il regolamento tecnico oggi non favorisce nemmeno indirettamente uno schema a danno dell’altro.
La differenza tra una sospensione push-rod e una di tipo pull-rod sta tutta nella condizione di carico dell’ammortizzatore, che lavora in compressione se lo schema è push-rod, in trazione se è pull-rod.
In termini banali, la sospensione pull-rod è più leggera e sposta il baricentro in basso rispetto alla sospensione push-rod. In particolare, se il pull-rod viene impiegato al retrotreno c’è l’ulteriore beneficio di migliorare il flusso d’aria verso il diffusore. Perciò alla fine la scelta è dettata pure da questioni aerodinamiche.
Il push-rod invece agevola gli interventi meccanici ed è praticamente generalizzato all’anteriore per i musetti alti. Questo in teoria. Perché già nel 2012 la Ferrari aveva introdotto uno schema pull-rod totale con i tiranti su entrambi gli assi. E quello schema l’ha adottato anche per la macchina del 2013 con le dovute correzioni.
Su Auto Motor und Sport, già prima della presentazione ufficiale, Pat Fry rivelava: “C’è un vantaggio aerodinamico e bisognava risolvere un problema strutturale. Quando ne parlammo per la prima volta sembrava una pazzia. Invece, pesando pro e contro, non è una cosa stupida”. Non lo è perché quest’anno si è convertita anche la McLaren.