De Villota, scende in campo la FIA: Whiting chiede il casco
martedì 17 luglio 2012 · Test
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Migliorano le condizioni di Maria de Villota che esce dalla terapia intensiva dopo l’incidente che le è costato l’occhio destro nei test con la Marussia. Resta incerta invece la dinamica dei fatti.
Come rappresentante del sindacato dei piloti, Pedro de la Rosa è categorico: “Quando succede un incidente significa che qualcosa non ha funzionato a dovere”. E aspetta le informazioni dettagliate che ancora mancano: “La prima cosa di cui abbiamo bisogno è capire cos’è successo, quali misure di sicurezza erano state prese e com’era stato preparato il tracciato”.
Secondo il Kolner Express, nessun membro della squadra è autorizzato a fornire dichiarazioni circa l’episodio di Duxford: ordini perentori dall’alto.
John Booth, il titolare, alle accuse sulla conduzione delle prove già aveva risposto: “Era la procedura abituale per far accumulare esperienza ai collaudatori”. Lunedì la squadra comunque ha reso pubblico l’esito delle indagini interne che, in accordo con un’analisi parallela portata avanti da Health and Safety Executive esclude che alla base dell’incidente ci fossero rotture oppure anomalie sulla macchina. Il che implicitamente sposta le responsabilità sul pilota.
Ufficialmente non esiste un’inchiesta da parte della Federazione Internazionale. Charlie Whiting comunque ha già chiesto di esaminare il casco.
In termini di sicurezza passiva, a Suzuka l’anno scorso entrava in vigore la nuova normativa che obbliga l’applicazione delle pellicole di zylon sulle visiere. A livello di interventi diretti sulle macchine, la FIA ha sperimentato il cupolino integrale sull’abitacolo; adesso è più propensa ad applicare una struttura in titanio sul musetto.
Whiting comunque precisa che il pericolo più grande restano le gomme vaganti: “Un incidente come quello di Felipe Massa nel 2009 capita una volta su un milione. Quello di Maria de Villota, una su cinque milioni. Con le protezioni che stiamo studiando, un incidente del genere sarebbe improbabile. Ma è anche vero che le possibilità che si ripetano le circostanze che l’hanno provocato sono altamente remote”.